Città nostra
In seguito a remota prenotazione, di recente vado in ospedale per sottopormi a una visita medica. Consegnati i documenti necessari all’accettazione del reparto, mentre sono con altri in sala d’attesa, passa un infermiere che ci solleva il morale dicendo: “Speriamo che anche oggi arrivi un medico”. In effetti poco dopo vengo chiamato in studio da una dottoressa competente, gentile ed encomiabile, accompagnata da uno studente in Medicina che al mattino segue lezioni pratiche in ospedale e al pomeriggio frequenta l’Università. Terminata la visita con il responso scritto, mentre esco constato che, nonostante i numerosi distributori automatici di derrate varie sistemati all’interno, nell’atrio non ce n’è uno per le mascherine per favorire i pazienti che dimenticano di portarsene una da casa. Pensando poi alle ricerche in corso per individuare il posto migliore per costruire il nuovo ospedale, mi stupisco che a nessuno sia venuto in mente che già esiste una struttura muraria idonea, di facile accesso sia ai pedoni sia ai mezzi di trasporto pubblici e privati.
Necessita solo di una sistemazione interna, non difficile da realizzare grazie ai moderni materiali edile nonché alle avanzate strutture diagnostiche a disposizione sul mercato: mi riferisco alla Caserma Valfrè… lo so, molti avranno fatto sorrisi ironici, ma quale altra migliore sistemazione si può offrire a questo nostro monumento di archeologia militare, in posizione ideale ed in progressivo deterioramento?
Carlo Re