Don Giovanni Bagnus, classe 1984, vicario giudiziale e sacerdote della Diocesi di Alessandria, ha da poco dato alle stampe il volume “La relazione possibile tra il Processus Brevior e l’incapacità matrimoniale. Primi apporti della dottrina e applicazioni del foro canonico” (Marcianum Press). Don Giovanni, dopo aver conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza con tesi di ricerca in Diritto Canonico presso l’Università degli Studi di Pavia, ha ottenuto la licenza e il dottorato in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Lateranense. «Questo libro è il frutto di due anni di lavoro a Roma per individuare una nuova via di applicazione del processo più breve, che nasce dalla riforma del 2015 “Mitis Iudex Dominus Iesus”» ci spiega il sacerdote alessandrino, che oggi è anche assistente nella cattedra di Diritto Ecclesiastico presso lo Studio Filosofico Domenicano di Bologna.
Don Giovanni, da dove nasce questo libro?
«L’idea nasce da una chiacchierata con altri vicari giudiziali, perplessi per l’utilizzo indiscriminato di questa modalità processuale. Ci siamo chiesti se era possibile utilizzare questo procedimento in presenza del capo di nullità del canone 1095, riguardante l’incapacità consensuale dei nubendi. Da qui ho iniziato a studiare le varie possibilità di applicazione, ma prima di far questo ho rivisto le novità della riforma, individuando anche i principi fondanti che danno la chiave di lettura. Di seguito mi sono soffermato su questo nuovo procedimento più breve che si svolge dinnanzi al Vescovo diocesano. Poi ho studiato, nella terza fase, cosa si intende per incapacità dei nubendi, soprattutto di fronte alle nuove forme di incapacità. Una di queste, presente nella cause ordinarie, è l’immaturità».
E nell’ultima parte?
«Cerco di mettere insieme tutti gli elementi, arrivando ad alcune risposte, che non hanno la pretesa di essere esaustive e definitive, ma vogliono dare una definizione. Naturalmente bisogna valutare causa per causa, non si può dare una risposta generica che valga per tutte le situazioni. Un altro aspetto importante è legato alla quantità di materiale che viene depositato insieme alla richiesta, se è già esistente una perizia psicologica o una documentazione varia dal punto di vista psicologico-sanitario. Proprio per questo, sempre nel libro, analizzo una serie di sentenze di tribunali diocesani o interdiocesani che hanno già tentato di applicare il nuovo procedimento con questo capo di nullità».
Come potresti definire questo tuo lavoro editoriale?
«È uno studio dottorale in cui analizzo e spiego il processo matrimoniale. Però, soprattutto nelle prime parti, c’è un approfondimento per chi fosse interessato alla tematica della nullità matrimoniale. È un tema molto nebuloso: c’è chi pensa ancora che costi molto, che sia solo per raccomandati o che si debba andare alla Rota Romana. Leggere la prima parte aiuta a entrare dentro questi tipi di procedimenti e avere delle risposte. L’ultima parte, invece, è la più tecnica».
Questo volume ha un valore importante, anche per un altro motivo.
«Sì, perché la casa editrice “Marcianum Press” in ambito canonico individua un solo testo all’anno da stampare nelle monografie. E per il 2024 hanno individuato il mio lavoro: questo è un motivo di orgoglio».
Una ragione per acquistarlo?
«Intanto perché nella copertina c’è un pezzo della nostra Cattedrale (sorride). E poi è utile per fare chiarezza sul proprio matrimonio. Può aiutare a capire i tempi, i costi, le modalità e le fasi per poter accedere».
IL LIBRO
La relazione possibile tra il processus
Brevior e l’incapacità matrimoniale
Primi apporti della dottrina
e applicazioni in foro canonico
Giovanni Bagnus, Edizioni Marcianum press – 376 pagine, 32 €
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