Venerdì l’incontro tra proprietà e Comune. Il 4 giugno la scadenza federale
Scocca l’ora della verità per l’Alessandria. Da settimane, infatti, si aspetta la data del 4 giugno per capire che ne sarà del club. Se, di fatto, continuerà ad esistere (magari in Eccellenza) oppure se si apriranno le porte del fallimento. Prima, però, c’è un altro appuntamento da “circoletto rosso”, perché dopo un incontro andato deserto e diverse sollecitazioni domani è in programma il confronto tra proprietà, sindaco e assessore allo Sport. Un appuntamento che segue quello dell’ormai lontano 12 aprile (cui avrebbe dovuto far seguito la presentazione di un piano di rilancio – con annesso business plan – mai pervenuto) e quello di tre giorni fa a Palazzo Rosso tra Giorgio Abonante, Vittoria Oneto e i membri alessandrini del CdA dimissionari.
Già, perché una settimana fa Davini, Gatto, Gambino e Rubba (tornato quest’ultimo poi sui suoi passi «fino al 4 giugno, perché da dentro credo di poter fare qualcosa in più») avevano fatto un passo indietro («non ci sono più le condizioni per proseguire il nostro impegno nell’organo di governo del club»), ribadendo però l’intenzione di «essere pronti a sostenere un piano di risanamento vero e serio, sportivo e finanziario».
Un passo fondamentale perché, come evidenziato dallo stesso primo cittadino, «oggi è emersa una situazione che in parte già conoscevamo ed è drammatica. I dettagli che ci sono stati forniti saranno molto utili in vista dell’incontro con la proprietà per chiedere un potente intervento finanziario e vedere se ci sono le condizioni per salvare la società. Nel frattempo stiamo studiando come si sono mossi altri Comuni che in passato hanno dovuto affrontare gravi situazioni delle squadre di calcio di riferimento della città per non farci trovare impreparati, anche perché i tempi sono strettissimi ».
Centrale sarà anche il tema della gestione dello stadio, «un patrimonio della comunità – come ribadito dal sindaco – che ha dei costi di gestione e di cui non è stato ancora pagato l’ammontare delle spese sostenute per il rifacimento. Nei prossimi giugno sapremo cosa ne sarà dell’Alessandria. mesi e anni, oltre alla gestione ordinaria, occorrerà sostenere pure quelle spese, che non devono assolutamente ricadere sugli alessandrini. Tra l’altro, vorremmo che lo stadio e l’Alessandria Calcio fossero un ambiente vivibile e praticabile per tutti». «Non siamo persone che si illudono e dobbiamo fare i conti con i fatti: aspettiamo e sentiremo cosa diranno» la chiusa di Abonante, perché «quest’anno, soprattutto all’inizio, si sono vissute situazioni non belle, che non vogliamo rivivere: riconosciamo a questa proprietà di aver sostenuto spese e pagato debiti fatti nel recente passato.
Adesso però dovrà darci certezze dal punto di vista finanziario, sul progetto – se c’è – e sui soggetti che potrebbero aiutarla: il tempo è ampiamente scaduto».