Fede e santità nella Resistenza
Martedì scorso, 26 novembre, si è aperta, presso l’Auditorium della parrocchia di San Baudolino, la nuova edizione dei Martedì d’Avvento, promossa dalla Diocesi di Alessandria in collaborazione con il Centro di Cultura dell’Università Cattolica e il Movimento ecclesiale di impegno culturale. L’iniziativa, quest’anno intitolata “Resistenti per amore”, propone un percorso di riflessione sul rapporto tra fede, santità e impegno civile, con un focus particolare su alcune figure della Resistenza italiana che hanno vissuto la loro scelta come espressione profonda della fede cristiana.
Come il professor Renato Balduzzi ha spiegato all’inizio dell’incontro, si è voluto indagare la dimensione spirituale e culturale di una Resistenza che ha trovato le sue radici proprio nella fede. Non solo, dunque, un fenomeno storico del passato, ma anche un’attitudine interiore, una resistenza con la “erre minuscola” che ogni tempo, inclusi i nostri giorni, può esprimere. Questo approccio vuole stimolare una riflessione sul significato della testimonianza cristiana in situazioni di crisi e sfida.
La serata inaugurale è stata dedicata a Gino Pistoni, giovane partigiano e Servo di Dio, la cui breve ma intensa esistenza si è consumata nell’offerta totale della propria vita. Luca Rolandi, giornalista e ricercatore, e don Piero Agrano, vicepostulatore della causa di beatificazione, hanno ripercorso le tappe principali e il significato della sua vita. Gino Pistoni, nato a Ivrea nel 1924, si distingue fin da giovane per il suo entusiasmo e la profonda fede cristiana. Cresciuto in una famiglia credente, si avvicina alla Gioventù di Azione Cattolica dove matura un forte senso di responsabilità verso il prossimo. Nel 1943, dopo l’armistizio e l’occupazione tedesca, si unisce alla Resistenza come staffetta partigiana. Il suo ruolo non si limita al supporto logistico: Gino diventa un punto di riferimento spirituale per i suoi compagni, incoraggiandoli a vivere gli ideali di giustizia e solidarietà. Profondamente convinto della necessità di un impegno civile che non tradisse i principi cristiani, rifiuta di impugnare armi, scegliendo di testimoniare la pace anche in un contesto segnato dalla violenza, vivendo la sua breve vita come una “ricca semina” (Papa Francesco).
La sua vita si conclude tragicamente il 25 luglio 1944, durante un’azione: fermatosi a soccorrere un soldato tedesco, viene colpito da una granata e offre la sua sofferenza come atto d’amore e preghiera, lasciando un’eredità spirituale che continua a parlare ancora oggi.
Pistoni, morto a soli 20 anni, rappresenta un esempio luminoso di come sia possibile incarnare le Beatitudini anche in situazioni di conflitto. “Beati gli operatori di pace” (Mt 5,9) è una promessa che Gino ha fatto sua, scegliendo di non rispondere mai alla violenza con altra violenza, ma portando avanti una testimonianza di giustizia, solidarietà e fede incrollabile.
La serata ha suscitato grande interesse tra i presenti, toccando corde profonde non solo dal punto di vista storico, ma anche spirituale. I relatori della serata hanno sottolineato come Gino Pistoni possa essere un esempio anche per oggi. La sua vita dimostra che la santità non è qualcosa di distante o irraggiungibile. È invece vivere con fedeltà e coraggio il proprio quotidiano, anche nei momenti più difficili, trovando nella fede la forza per affrontare le prove.
Il prossimo incontro, in programma per martedì 3 dicembre, sarà dedicato ad Aldo Gastaldi, noto con il nome di battaglia “Bisagno”, un’altra figura straordinaria di fede e Resistenza, che verrà raccontata dal professor Guido Levi e dal nipote Aldo Gastaldi.