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Giubileo dei Giovani, una comunità che sostiene: intervista a Carlotta Testa della Pastorale Giovanile

Anche la nostra Diocesi sarà a Roma dal 28 luglio al 3 agosto:
«Un’occasione per rispondere alle domande dei ragazzi»

«Nel 2015 ho vissuto il Giubileo straordinario della Misericordia, ma in quella occasione non era stato realizzato un pellegrinaggio simile per i giovani. Quindi, anche per me questo è il primo Giubileo». A raccontarlo è Carlotta Testa, della segreteria di pastorale giovanile della Diocesi. Il Giubileo dei Giovani, che si terrà a Roma dal 28 luglio al 3 agosto, è in preparazioneì. E anche la nostra Diocesi sta muovendo i primi passi verso questo importante appuntamento.

Carlotta, come vi state preparando?

«Per la Diocesi organizzeremo almeno due pullman, ma siamo più che aperti a tutti i giovani che avranno piacere di partecipare. A Roma verremo accolti per il pernottamento dalle suore di Sant’Anna, insieme alle diocesi del Piemonte e della Valle d’Aosta».

C’è già una bozza di programma?

«Il Giubileo dei giovani è organizzato dalla Cei e dal Dicastero per l’Evangelizzazione, insieme stanno mettendo a punto i luoghi e le attività. Come ogni Giubileo, ci sarà il passaggio alla Porta Santa e la giornata penitenziale dedicata alle confessioni. E una parte fondamentale sarà a Tor Vergata: prima, la sera del 2 agosto, con la Veglia di preghiera insieme a papa Francesco; poi, il 3 agosto, con la Santa Messa presieduta sempre dal Santo Padre».

C’è attesa per questo Giubileo?

«Sì, devo dire che c’è attesa. In questi mesi abbiamo sponsorizzato il Giubileo degli adolescenti (che sarà ad aprile), ma molti giovani ci hanno già contattato per l’iscrizione e per avere ulteriori informazioni su questa esperienza. Sentiamo un forte desiderio di fare questo percorso».

A quale target di giovani è rivolto questo Giubileo?

«La fascia di età suggerita dagli organizzatori è tra i 17 e i 35 anni. È molto ampia, certamente, e comprende anche gli educatori. Va detto che oggi i giovani sono “più grandi” rispetto a un tempo: l’idea, quindi, è di non escludere nessuno».

Come si arriva preparati a questo appuntamento?

«Intanto, non da soli. Cercheremo di preparare il pellegrinaggio dei giovani in Diocesi con qualche incontro a loro dedicato per riflettere sul tema del Giubileo, ovvero la Speranza. Vuole essere un aiuto a vivere il pellegrinaggio non come una gita o un viaggio, ma in modo più profondo. E questa per noi sarà anche l’opportunità per incontrarli e coinvolgerli in occasione degli 850 anni della Diocesi».

Come si fa per iscriversi?

«Per le iscrizioni si può scrivere a pgv@diocesialessandria.it. Manderemo il link del modulo, dove è anche presente il programma della settimana».

Cosa diresti a un giovane per convincerlo a partecipare?

«Gli direi che la prossima volta che avrà l’opportunità di vivere un’esperienza come questa, verosimilmente, sarà tra 25 anni. E saremo persone diverse, tante cose saranno cambiate. Gli suggerirei quindi di cogliere il Giubileo come si presenta, qui e ora, lasciandosi coinvolgere e accompagnare».

Questo è il Giubileo della Speranza: qual è la tua?

«La mia speranza è che sia un Anno Santo, ovvero un anno in cui fare esperienza di una gioia, di un giubilo tutto nuovo: non si tratta di momenti solo esteriori, superficiali, ma di fare esperienza di un’autentica speranza anche nelle difficoltà e nelle prove della vita».

E per i giovani?

«Per i giovani mi auguro che questa sia l’occasione per avvicinarsi, o riavvicinarsi, alla Chiesa, e comprendere che essa risponde alle loro domande sulla vita. Il tema della Speranza, quindi, incontra il bisogno di tanti ragazzi che sono sfiduciati, feriti e soli. Spero che questa sia anche la possibilità di fare esperienza di una Chiesa che è comunità, che ti accompagna e ti sostiene. Una Chiesa che vive con te».

Alessandro Venticinque

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