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Giubileo degli innamorati: sabato 15 febbraio l’appuntamento in Cattedrale dalle ore 16

«Vivremo un percorso giubilare fatto su misura per gli innamorati, indirizzato
a tutti: sposati, fidanzati o conviventi. A tutti, non è necessario essere in “regola”»

Sabato 15 febbraio, nella Cattedrale di Alessandria, l’ufficio per la famiglia della Diocesi di Alessandria organizza il Giubileo degli innamorati. Alle 16 il ritrovo sarà davanti alla Porta Santa per l’inizio del percorso giubilare guidato dal Vescovo monsignor Guido Gallese. Alle 18, la Santa Messa e la benedizione degli innamorati, e infine, alle 19, l’apericena insieme. «Il Giubileo è aperto a tutti: lasciati guidare in un cammino di fede e di grazia. Gesù ti aspetta!»: è questo l’invito che Larives Bellora e Diego Lumia, responsabili dell’ufficio famiglia, rivolgono a tutte le coppie.

Ci parlate del percorso giubilare?

Diego: «Vivremo un percorso giubilare fatto su misura per gli innamorati. Il percorso prevede dei momenti di condivisione, per cui è indirizzato a tutti: sposati, fidanzati o conviventi. A tutti, non è necessario essere “in regola” (sorride). Durante il percorso ci sono dei momenti in cui ci si affida completamente al Signore, in cui si portano a Lui e a Maria tutte le difficoltà. Un percorso di redenzione, vissuto da singoli o, in questo caso, in coppia, in cui il fine ultimo è la gioia. Ma quella vera, che solo Gesù può dare».

Insomma: una festa per gli innamorati sabato 15 febbraio, il giorno dopo San Valentino.

Larives: «Sì, abbiamo scelto il sabato per dare la possibilità a più persone di partecipare. E, in occasione della festa degli innamorati, abbiamo pensato di fare questo percorso insieme. Come nella vita, si tratta di un cammino che parte dall’inizio, dall’origine, in cui si va alla scoperta del disegno che Dio ha sulla coppia. Saremo accompagnati dal Vescovo nelle diverse tappe, che saranno declinate per le coppie, vivendo anche momenti di confronto, di riflessione, di preghiera insieme. Io e Diego abbiamo fatto il percorso, siamo rimasti toccati profondamente e abbiamo avuto proprio il desiderio di proporlo anche alle coppie».

Come, e in che cosa, cambia il percorso giubilare fatto in coppia?

Larives: «Abbiamo adattato alcune tappe per permettere alle coppie di viverlo insieme. Tante volte, anche nella vita in due, si corre: lavoro, famiglia, impegni… Lo vediamo bene anche noi (sorride), sono pochissimi i momenti in cui stare veramente l’uno di fronte all’altro, dove prendersi del tempo per riscoprire la gioia di stare insieme. E di essere nuovamente innamorati. Pensiamo che questo percorso sia proprio l’occasione in cui fermarsi e dedicarsi un tempo da vivere insieme».

Come si fa a restare innamorati, dopo tanti anni?

Diego: «Anche fermandosi e prendendosi del tempo insieme. Questa è una cosa che abbiamo già sperimentato più volte, soprattutto nelle esperienze vissute con la Pastorale familiare nazionale. Ma non basta: approfittando della grazia della Porta Santa e del nostro Giubileo, riconosciamo di aver bisogno di attingere all’amore di Gesù per rimanere innamorati. È un dono che viene dall’Alto, e dobbiamo continuamente chiederlo. Perché Gesù è presente, come nelle nozze di Cana, nella vita di tutte le coppie, perché il sogno di Dio è la famiglia. Lui ci aiuta, ci dà la forza di volerci bene e guarisce i nostri cuori. Per questo motivo viviamo questo percorso giubilare per ritornare alla fonte del Suo amore e per lasciarci ancora toccare dal Suo cuore trafitto».

L’amore lo si costruisce da soli, o c’è lo zampino di qualcun Altro?

Larives: «Noi lo abbiamo sperimentato nella nostra vita: già dal momento in cui ci siamo incontrati, ci siamo accorti che il Signore ci conduceva e fissava a volte degli “appuntamenti”. In certi eventi nella nostra vita abbiamo visto la Sua presenza, la Sua opera. Noi ci siamo conosciuti alla Giornata mondiale della Gioventù: io pregavo da tanto tempo per incontrare una persona con cui condividere la mia vita. Ebbene, da lì in poi è stato un susseguirsi di tappe… Naturalmente c’è il nostro quotidiano, la nostra vita, il nostro carattere, le difficoltà, i momenti difficili, ma abbiamo sempre sentito in noi la presenza di Gesù vivo. E anche della Madonna (sorride). Perché Maria, in queste tappe importanti, c’era e c’è sempre stata: io e Diego ci siamo sposati il 13 maggio, che è proprio la Madonna di Fatima. Questo percorso giubilare è davvero sotto lo sguardo di Maria, quindi affidiamoci a Lei. Ci capisce perché è una mamma, una sposa».

Si può essere innamorati l’uno dell’altra, senza essere innamorati di Gesù?

Diego: «L’amore è già presente nel cuore di ogni uomo e di ogni donna, perché è una vocazione naturale che Dio semina in noi. Quindi, inconsapevolmente, quando due persone si amano e vogliono coronare questo sogno con il matrimonio, in realtà c’è già Dio tra di loro, anche se non lo si riconosce. Come coppie cristiane, noi siamo chiamati semplicemente a vedere che nella comunione di amore c’è la presenza di Dio, e a lasciarci trasformare dallo Spirito a immagine della Trinità. Il direttore nazionale della Pastorale della famiglia, padre Marco Vianelli, spesso ci ricorda che gli sposi cristiani sono il tabernacolo dell’amore di Dio. Più riscopriamo questa presenza di Dio in noi, più la coppia può generare amore. Non solo all’interno, ma anche all’esterno: molte coppie e molte persone hanno Dio dentro, ma non se ne accorgono. Noi vogliamo solo portare alla luce questa realtà: ovvero che Dio ti è vicino comunque, anche se non lo stai pregando, anche se non lo cerchi».

Larives: «A volte questo amore è ancora come l’acqua alle nozze di Cana. Solo Gesù può trasformare l’amore umano in qualcosa di più grande, in vino. Nella fedeltà, nella vita, ci sono dei momenti in cui abbiamo bisogno di Lui: perché quell’amore non possiamo cercarlo nell’altro o in noi. Quando abbiamo bisogno di questo amore profondo, è a Lui che dobbiamo arrivare e da Lui attingere».

Un invito a partecipare al Giubileo degli innamorati: che cosa vi sentite dire alle coppie?

Diego: «Invitiamo tutti gli innamorati, o coloro che vogliono alimentare ancora di più questo amore, a vivere il percorso insieme. E poi pregheremo Maria di chiedere a Gesù di trasformare l’acqua in vino».

Avete in serbo altre iniziative?

Larives: «Adesso abbiamo puntato sul Giubileo, ma più avanti vorremmo organizzare una cena romantica, in cui vivere davvero la gioia e la festa di stare insieme. Ci stiamo lavorando, e sarà una sorpresa (sorride)».

Volete aggiungere ancora qualcosa?

Diego: «Sì. Prima parlavamo di Maria. Ecco, noi vorremmo affidare completamente il nostro cammino alla Madonna della Salve. Nei momenti importanti della nostra vita ci siamo rivolti a Lei: penso soprattutto alle decisioni più difficili, e lì il Signore, attraverso la Sua preghiera, ci ha aperto molte strade. Noi abbiamo la nostra Patrona che nei secoli passati è stata sempre visitata, cercata: quante grazie sono successe in questi 850 anni! Molte volte andiamo lontano, pensando che attraverso un pellegrinaggio Dio ci possa rispondere. E sicuramente lo fa: ma qui abbiamo la Madonna della Salve che ci ascolta. Non è solo la Patrona della città, ma è la Patrona delle nostre vite, delle nostre famiglie. Approfittiamo di questo anno di grazia e andiamo ai Suoi piedi per invitarla nelle nostre case e presentare a Lei le nostre necessità».

Alessandro Venticinque

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