Care lettrici,
cari lettori,
su questo numero troverete l’intervista al nostro Vescovo sul Triduo e sulla Santa Pasqua. Giovedì, Venerdì e Sabato Santo: abbiamo provato ad addentrarci nei tre giorni che precedono la Risurrezione di Cristo, e per questo abbiamo chiesto a monsignor Gallese di approfondire il tema. Inoltre, da pagina 7 a pagina 10 troverete i testi della Via Crucis diocesana che si è svolta in Cittadella venerdì scorso. Le meditazioni sono di un sacerdote della Fraternità San Carlo Borromeo, don Francesco Ferrari, che dopo essere stato rettore del seminario della Fraternità oggi segue gli universitari di Comunione e Liberazione. Dai suoi commenti provo a evidenziare le parti che più mi hanno aiutato, in questi giorni di fine Quaresima, a fare memoria di quello che è accaduto al tempo della Passione di Nostro Signore, e accade ancora oggi a ognuno di noi (se non ci distraiamo). Scrive don Francesco, nella prima Stazione (“Gesù è condannato a morte”): «Nessun uomo era mai stato così innocente, così buono, giusto e vero, come Cristo. Nessuno aveva portato Dio al centro della realtà come lui. Da allora ogni esistenza innocente, buona, giusta e vera sarà icona di Cristo, sarà segno di Dio. E dunque sarà perseguitata. Non esiste, in questo mondo, una vita buona e santa, una vita cristiana, che non sia anche una vita perseguitata». Vita cristiana uguale vita perseguitata: è davvero così? E noi? Siamo perseguitati, o ci siamo accomodati nelle nostre pratiche devozionali, molto ben nascoste? Veniamo alla sesta Stazione (“La Veronica asciuga il volto di Gesù”): «Quando abbracciamo la croce per Cristo, quando prendiamo su di noi il peso dell’odio a causa di Cristo, iniziamo a cambiare volto. Iniziamo a recuperare la nostra immagine originaria, il volto per cui siamo stati voluti, che è a immagine del verbo, incarnato, crocifisso e risorto. Nella croce costruiamo la nostra somiglianza a Cristo, e la sofferenza, anche se disumana e ingiusta, se accolta e amata per Lui, ci plasma e ci dona il nostro volto più vero. I colpi del sacrificio, della grande persecuzione o della croce quotidiana, scolpiscono la nostra vita e la rendono più simile a Cristo. La nostra vocazione è essere icone di Cristo». Icone di Cristo… cerchiamoli ogni giorno, questi volti cambiati da Gesù. E seguiamoli, anche se non sono del nostro “giro” o della nostra parrocchia. Siamo fatti per la risurrezione, non per vivacchiare!
Buona e Santa Pasqua da tutti noi.
Andrea Antonuccio – direttore@lavocealessandrina.it