Pasqua, luogo dei doni dello Spirito

«Il mio augurio è che le persone possano sperimentare l’amore di Gesù»

Eccellenza, parliamo del significato liturgico e umano del Triduo pasquale.

«Il Giovedì Santo ricordiamo l’Ultima cena, il momento in cui il Signore Gesù ha detto e fatto delle cose impressionanti: ha istituito l’Eucarestia! Lunedì sera ho partecipato alla cena pasquale ebraica, a Valenza. E, arrivato al momento della cena pasquale ebraica, ho ripetuto quello che aveva detto Gesù. Dopo aver letto quelle parole, ho detto: “Ma secondo voi, gli apostoli cosa hanno capito?”. E la gente: “Nulla”. Impressionante. “Hanno capito il giorno dopo” ho risposto. “Questo è il mio corpo consegnato, questo è il mio sangue versato”. Hanno capito il giorno dopo, perché sono quelle cose che uno non vuole accettare. Gesù l’ha detto diverse volte, che non si può accettare una cosa del genere. Non si riesce, la nostra mente si rifiuta, non è possibile. Gli apostoli non potevano immaginare che, 24 ore dopo, Gesù sarebbe finito dentro a un sepolcro. Il giorno prima, la cena pasquale ebraica; il giorno dopo, nel sepolcro. Non si riesce ad accettare una cosa del genere».

E quindi?

«Quindi noi ricordiamo degli eventi incredibili, nel giorno in cui Gesù istituisce l’Eucaristia. E, la sera successiva all’istituzione dell’Eucaristia, viene catturato e processato, se così si può dire: c’è una fortissima pressione su Pilato perché venga crocifisso. Poi Gesù viene ucciso e deposto in un sepolcro, e questo andava fatto entro venerdì al tramonto, perché il sabato non poteva rimanere un cadavere esposto e non si lavorava. Così si arriva alla Pasqua, alla domenica prima dell’aurora, quando le donne vanno al sepolcro e lo trovano vuoto. Giovedì, Venerdì e Sabato Santo: sono tre momenti fortissimi che hanno dentro un significato. E il giorno più importante è il venerdì. Gesù compie veramente un atto sacerdotale, morendo in Croce, anche se non ha parlato del suo sacerdozio. Compie un atto sacerdotale, ma lo si capisce dal contesto. Vedendo quello che succede sulla Croce, capisci che c’è un significato solo nella misura in cui lo prendi come un discorso di carattere sacerdotale: come l’agnello, è immolato. Gli ebrei non celebrano la Pasqua ebraica come si deve: è un rito rievocativo, ma non ha il valore sacrificale perché non hanno il tempio dove sacrificare l’agnello. Noi abbiamo l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo: la cosa interessante è che questa immolazione non avviene nel tempio con tutte le caratteristiche sacrali, ovvero i paramenti, il luogo sacro e l’altare, ma avviene in un luogo profano, fuori della città. Come avviene per le cose impure: una donna doveva essere lapidata fuori della città, se veniva colta in flagrante adulterio, per non rendere impura la città col suo sangue».

Quindi Gesù, nel racconto del Vangelo, sfida questa convenzione, questo moralismo.

«Anche lui, però, viene ucciso fuori della città, perché era considerato impuro».

È giusto dire che Gesù in Croce istituisce la Chiesa?

«Per certi versi, la Chiesa nasce dal suo sangue. Ma la sposterei più sul versante della Pentecoste, perché la Chiesa in realtà nasce dallo Spirito Santo. L’anima della Chiesa è lo Spirito Santo».

Sabato Santo: che cosa succede?

«È un giorno liturgico, non c’è niente».

Però il sabato Gesù scende agli Inferi: che cos’ha fatto lì, secondo lei?

«La Chiesa dice che è disceso agli Inferi: il resto è fatto solo di interpretazioni. E le interpretazioni dicono che Gesù è sceso agli Inferi, ha aperto le porte e ha fatto uscire i giusti che erano prigionieri lì, in attesa che venissero aperte le porte del Paradiso. Attenzione, però: gli Inferi non sono l’inferno».

Ma prima di Gesù il Paradiso c’era?

«No, era chiuso. Il Paradiso terrestre era un segno del fatto che il Paradiso celeste era precluso agli uomini a causa del peccato. Gesù ha aperto le porte del Paradiso».

Eccellenza, il Vangelo di martedì racconta che nell’Ultima cena Gesù ha detto: “Uno di voi mi tradirà”. E poi, a Giuda: “Fai quello che devi fare, e fallo presto”. Come Maria ha detto il suo “sì” liberamente, anche Giuda avrebbe potuto dire di no… o aveva una libertà limitata?

«Direi questo: ognuno è libero e può fare le cose liberamente, anche Giuda. Ma Gesù era sicuro che qualcuno comunque lo avrebbe fatto fuori. Era chiarissimo, la pressione contro Gesù era enorme».

Nell’incontro di auguri alla Curia, lei ha detto che sente la Pasqua in un modo diverso rispetto agli anni scorsi. Che cosa intendeva dire?

«Intendevo dire che ogni anno ha un significato differente. E oggi sento moltissimo il fatto che la Pasqua è il luogo dei doni dello Spirito, della nascita dell’uomo a una vita nuova, a una risurrezione che tocca anche la nostra vita quotidiana. E del nostro essere amore nel mondo».

I suoi auguri di Pasqua a tutti noi?

«Il mio augurio è che le persone possano conoscere Gesù, sperimentare il suo amore ed entrare dentro a questo Mistero, del quale parliamo tanto ma che viviamo troppo poco, rispetto a quello che dovrebbe essere il nostro livello di partecipazione personale. Buona Pasqua a tutti!».

Andrea Antonucciodirettore@lavocealessandrina.it

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