Com’è fatta la vita che vogliamo? – L’editoriale di Andrea Antonuccio

Care lettrici,

cari lettori,

apriamo Voce con l’intervista al nostro Vescovo, monsignor Guido Gallese, sulla sua nuova lettera pastorale (“L’Amore più grande”), presentata domenica scorsa alla Diocesi nel Santuario della Beata Vergine della Creta di Castellazzo. Come leggerete, ho fatto al Vescovo un po’ di domande scaturite dal paragone tra i contenuti della sua lettera e la mia esperienza. 

Ho messo sul tavolo le mie esigenze di felicità, di pienezza, di giustizia; insieme con il mio desiderio di vivere una fede viva (perdonate il bisticcio). Una fede, cioè, che incida in maniera decisiva sull’esistenza, sulle scelte, sull’uso del tempo e del denaro, sull’amore (più o meno grande)… insomma, su tutto. Lo dico perché in molti casi mi sembra di rinunciare al centuplo che Cristo ha portato sulla terra, accontentandomi di dare qualche “verniciatina religiosa” alla mia giornata: magari con qualche pia pratica, un fioretto facile facile o delle buone intenzioni (sappiamo bene che fine fanno). E mi addolora il fatto di non gustare appieno la pienezza della fede ma di vivacchiare (secondo l’esortazione di san Pier Giorgio Frassati: “Vivere, non vivacchiare”). 

Pur non facendo nulla di male (o quasi), a volte ho la consapevolezza di aver messo il “pilota automatico” alla mia vita. E non mi basta. Fin da bambino, c’è un passo del Vangelo che non mi ha mai lasciato tranquillo. Ve lo propongo. Dal Vangelo secondo Matteo (19:27-29): “Allora Pietro, replicando, gli disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato ogni cosa e ti abbiamo seguito; che ne avremo dunque?». E Gesù disse loro: «Io vi dico in verità che nella nuova creazione, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, anche voi che mi avete seguito sarete seduti su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. E chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per amore del mio nome, ne riceverà cento volte tanti ed erediterà la vita eterna»”. 

Io voglio questa vita. E voi?

Andrea Antonucciodirettore@lavocealessandrina.it

 

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