Mercoledì 5 novembre un folto gruppo di persone ha varcato la Porta Santa con il Vescovo
Mercoledì 5 novembre: mancano pochi giorni alla conclusione del Giubileo per gli 850 anni della Diocesi di Alessandria e alla chiusura della Porta Santa.
Un giorno feriale, come tanti altri. E quale occasione migliore della ferialità per celebrare il lavoro come luogo, come occasione, per stare in relazione e incontrare la Speranza? Una Speranza con la “S” maiuscola, segno di Cristo che si fa accanto a noi, alla nostra storia personale, attraverso gli occhi, i volti e le mani di chi lavora con noi o di chi, proprio per via del lavoro, incontriamo.
E così, in quel pomeriggio di mercoledì 5 novembre, una quarantina di persone ha varcato la soglia della Porta Santa della nostra Cattedrale: diversi per età, orientamento politico, percorsi e scelte. Ci sono imprenditori, dipendenti, sindacalisti. Tutti accomunati dalla stessa sete di senso, di ricerca e dall’apertura del cuore.
Insieme con loro, anche il nostro Vescovo, monsignor Guido Gallese, che li ha accolti e accompagnati.
Dopo il passaggio della Porta Santa, monsignor Gallese ha aiutato a inquadrare l’avvenimento di un anno di Giubileo diocesano nel Giubileo universale: un’occasione di ripartenza e di “disaffezione” da ciò che ci allontana da Dio e dai fratelli e dalle sorelle.
Un invito che si è fatto esplicito con il percorso “Trovate ogni speranza o voi che entrate” allestito in Cattedrale. Non un percorso “ad hoc”, ma con una lettura privilegiata: la chiamata di Simon Pietro avviene proprio durante il suo lavoro. Anzi, dopo una pessima notte di pesca. Ed è in quel frangente che il Messia lo sprona dicendo: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Un invito assurdo, ma che riceve una risposta di fede: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti».
E così ciascuno dei partecipanti, guidato dal nostro Vescovo, si è lasciato mettere in gioco, rileggendo la propria storia lavorativa e interrogandosi non “se”, ma “quando” Dio si fosse fatto vicino alla loro vita.
Culmine dell’evento è stata la Celebrazione Eucaristica, in cui monsignor Gallese ha presieduto la liturgia propria per la “Santificazione del lavoro”, richiamando con forza la dignità e la vocazione di ogni persona che lavora. «Il lavoro – ha sottolineato il Vescovo nella sua omelia – anche quando è faticoso o incerto, è parte della nostra chiamata alla comunione. È lì che impariamo a fidarci, a servire, a generare speranza. È lì che Dio ci educa alla pazienza e alla responsabilità, perché non siamo creati per produrre, ma per amare».
Il lavoro, però, troppo spesso entra in contrasto con la vita: si è pregato per la sicurezza, per la giustizia sociale, per il progresso al servizio dell’uomo e per le vittime degli infortuni sul lavoro, ricordando che ogni fatica quotidiana può diventare occasione di bene e di pace.
Un appuntamento feriale, appunto, ma che ha fatto emergere un sentimento di comunione che supera simboli e sigle per confluire in una sola appartenenza.
Un grazie a chi ha scelto di esserci e, in particolare, a chi ha collaborato per la buona riuscita della proposta. Tra questi: Acli, Cisl, Cna – Artigiani imprenditori d’Italia, Confcommercio, Confesercenti, Confindustria, Movimento Cristiano Lavoratori, insieme a tanti imprenditori e lavoratori del territorio e al Progetto Policoro diocesano.
Ufficio per il lavoro della diocesi di Alessandria
La Voce Alessandrina Settimanale della Diocesi di Alessandria
