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Da Alessandria a Lourdes: un’esperienza che lascia il segno

Il 1° luglio partirà il pellegrinaggio diocesano
dell’Oftal insieme con il nostro Vescovo

Lourdes: un luogo che tutti noi abbiamo in mente. E se non ci siamo mai stati, conosciamo sicuramente qualcuno che ci è andato almeno una volta. Un luogo che ogni anno attira milioni di pellegrini per le più svariate ragioni: dalla curiosità alla “gita”, dall’invito di un amico o collega al “sentire” una chiamata, da chi si approccia per la prima volta a chi ne ha fatto una scelta di vita. Tra questi, anche tante, tante persone della nostra Diocesi: c’è chi si mette in viaggio per fede, ma anche chi lo fa semplicemente per dare una mano. 

Ed è qui uno dei primi “nodi” del Santuario incastonato tra i Pirenei: spesso non è chiaro il “per chi” si vive un’esperienza del genere. Se negli altri santuari mariani ci si reca per chiedere una grazia, crescere nella fede o ringraziare, a Lourdes si può andare anche per “dare una mano”. Perché a Lourdes uno dei più forti richiami non è solo la devozione alla Madonna, ma la possibilità di dedicare una settimana della propria vita ad aiutare, ad accompagnare quelli che tanti vedono come “persone ammalate”, ma che lì si impara a guardare come “amici”. 

Ma andiamo con ordine: la devozione mariana è la chiave nella storia di questo luogo. È il 1858 e la 14enne Bernadette, una fredda mattina di febbraio si propone, inaspettatamente, di accompagnare la sorella Toinette e l’amica Jeanne a cercare legna da ardere e ossa di animali per fare i bottoni (come si usava allora): così la poverissima famiglia Soubirous cercava di sbarcare il lunario, giorno per giorno. Ed è a quella ragazzina povera e illetterata che la “Bella Signora” sceglie di apparire e svelare il proprio nome: «Io sono l’Immacolata Concezione». Termine che a lei, chiamata dagli abitanti di Lourdes “la petite merdeuse” (in italiano, “la piccola inetta”), parve incomprensibile. Infatti solo quattro anni prima papa Pio IX aveva promulgato il Dogma che era rimasto riservato solo agli “addetti ai lavori”. 

Da quell’11 febbraio le apparenti stranezze si sono sommate, tra estasi, guarigioni inspiegabili, fonti d’acqua zampillante e tante, tante, tante persone che si recano alla Grotta. Un flusso continuo che ha subìto un drastico calo solo a causa del Covid, e oggi sta ripartendo con dinamiche tutte nuove, ma con radici profonde. Ed è questa la sfida che l’Oftal, Opera federativa trasporto ammalati a Lourdes di Alessandria, si trova davanti in questo 2024: attualizzare non tanto la proposta, quanto la modalità di vivere il pellegrinaggio a Lourdes. 

Da Alessandria i pellegrini, molti dei quali ammalati, partiranno lunedì 1° luglio, guidati dal Vescovo monsignor Guido Gallese, per rientrare venerdì 5: sei giorni di grazia e di comunità. Ma i preparativi fervono da inizio anno, tra riunioni organizzative, raccolte fondi e iniziative benefiche. I giorni di pellegrinaggio sono solo la punta di un iceberg fatto di dedizione e attenzione, di speranza e attesa. E così con i pullman attrezzati partiranno da Alessandria anche tanti giovani e meno giovani che scelgono di mettersi al servizio di chi per il mondo spesso è una persona “di Serie B”. 

«Che si venga qui in processione»: sono queste le parole della Santa Vergine che fanno da tema a tutti i pellegrinaggi del 2024. Sono la terza tappa di un trittico che ripercorre ciò che la Madonna disse a Santa Bernadette: «Andate a dire ai sacerdoti…» (2022) «…che si costruisca qui una cappella…» (2023) e «che si venga [qui] in processione» (2024). Parole che sembrano anacronistiche, in un tempo in cui il mondo sembra concentrato su tutt’altro. Ma i volti delle persone che vivono il pellegrinaggio dicono il contrario, specialmente quelli dei più giovani. 

Nel 2023 i partecipanti al pellegrinaggio alessandrino erano 190, quest’anno sono già altrettanti e in forte crescita, da qui alla data della partenza. L’esperienza, dal 1° al 5 luglio, lascerà certamente il segno, e noi cercheremo di raccontarvela anche qui su Voce, dando spazio a chi quest’anno ha scelto di tornare: dai più navigati a chi ha partecipato per la prima volta l’anno scorso. Perché Lourdes è un luogo capace di parlare al cuore, di mettere in discussione la nostra vita, di farci ripartire imboccando la vera Via. Questo è il miracolo di un luogo che pareva sperduto e dimenticato dagli uomini, ma non da Dio. 

Giorgio Ferrazzi

Le iscrizioni sono ancora aperte

Per maggiori informazioni si può chiamare la sede Oftal al numero 0131 441080
oppure passare in via Plana 49 ad Alessandria (lunedì, giovedì e sabato dalle 10 alle 12, mercoledì dalle 15.30 alle 18, martedì dalle 21.30 alle 22.30).

LEGGI ANCHE:  I Sette criteri di Lourdes per decretare una guarigione miracolosa

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