Domenica prossima tutte le comunità cristiane sono invitate a celebrare la Giornata missionaria mondiale, ad approfondire cioè la propria capacità di “riflessione missionaria”. Cosa significa? Per non smarrire la propria natura, la Chiesa – costituita da tutti i cristiani sparsi nel mondo – è chiamata ad analizzare se stessa e veri care se sta annunciando il Vangelo. Può sembrare scontato, può passare come strano questo interrogativo, ep- pure risulta ancora molto di usa la convinzione che “missione è a are di ‘specialisti’ e che l’opera dei missionari presenti in paesi lontani vada sostenuta semplicemente dalle nostre o erte (ci sarà anche questo aspetto, ma non è predominante), senza però dimostrare interesse intorno alla loro opera. Il centro missionario è uno dei servizi pastorali che nella diocesi di Alessandria promuove la missionarietà nella chiesa alessandrina. Il centro ha tre compiti: animare la vita diocesana, favorire la cooperazione e promuovere la formazione. «L’animazione richiama tutti a testimoniare la nuova evangelizzazione, che è fatta di cose molto semplici» ci racconta don Valerio Bersano, direttore del Centro missionario diocesano. «Prima di tutto: le nostre comunità sono aperte e accoglienti, o sono gruppi chiusi? La pastorale dei migranti è una cosa di un addetto del Vescovo, o tutti i cristiani possono comprendere con profondità un fenomeno che andrà avanti per lungo tempo? L’animazione parte dal compito che ci è dato dal Vangelo, in parole e opere. La cooperazione è un sostegno economico ai missionari che conosciamo personalmente e che lavorano nei territori di missione, in Brasile, in Cina, in India e in tanti altri posti del mondo» spiega don Valerio. Tra adozioni a distanza e sostegno di progetti sono oltre 170 le forme di aiuto che il centro missionario diocesano (aperto tutte le mattine dalle 10 alle 12. Per saperne di più: 0131 512222, chiedendo di Luigina) sostiene e accompagna. Ma questa è solo una parte. «La formazione consente all’animazione e alla cooperazione di essere preparate, oltre che sagge» continua don Bersano. «La formazione o re la visione missionaria che deriva dal- la Parola di Dio, dal Magistero della Chiesa e anche dalla riflessione teologica. Gli strumenti sono tanti: riviste e sussidi che tutti gli anni le parrocchie ricevono soprattutto durante l’ottobre missionario. Se ci pensiamo, la Messa ha etimologicamente la stessa radice del termine missione, cioè l’essere inviati.
Non è quindi un momento soltanto intimistico, ma è la spinta a uscire e ad andare in mezzo agli altri, portando Cristo agli altri. Non per una comprensione intellettuale, ma per lo stupore suscitato dal fatto che Dio viene ad abitare la nostra storia. La missione, come la conversione, parte da qui. Appuntamento importante, quasi come la Veglia di Pentecoste, è la Veglia missionaria, per sabato 21 ottobre in Cattedrale alle 21. Invocheremo l’aiuto del Signore per ravvivare il fuoco della missione nelle nostre comunità, ascolteremo ciò che i missionari ci scrivono e accoglieremo anche la testimonianza del diacono Giovanni Bagnus che ha vissuto un periodo di missione quest’estate in Brasile. Ascolteremo anche la parola del Vescovo, primo animatore della missionarietà in diocesi».
Andrea Antonuccio