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«Sfera Ebbasta? Non ha colpe»

È passato poco più di un mese dalla tragica serata della discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, in provincia di Ancona. Nella notte tra venerdì 7 e sabato 8 dicembre, centinaia e centinaia di ragazzi si trovavano all’interno del locale in attesa del “trapper” milanese Sfera Ebbasta. Prima il panico (provocato dall’uso di spray al peperoncino) e la fuga della folla attraverso l’uscita posteriore del locale. Poi la calca, sei morti e oltre cento feriti. Le vittime sono cinque ragazzini dai 14 ai 16 anni e una mamma che accompagnava la figlia di 11. Anche noi di Voce abbiamo provato a scoprire come “gira” il mondo delle discoteche incontrando un organizzatore di eventi in un locale della nostra provincia, che ha voluto rimanere anonimo. Per evitare ritorsioni.

Della vicenda di Corinaldo che idea ti sei fatto?
«La visione della cosa è molto semplice: se non ti prepari queste cose possono succedere. Molte persone, in particolare gli adulti, hanno incolpato Sfera Ebbasta. Ma per me non c’entra nulla. Quando si organizzano serate così bisogna chiedersi anche qual è il genere di musica e con chi si ha a che fare. Nei concerti del “trapper” ci sono i ragazzi perbene e poi ci sono anche i delinquenti, e questo devi saperlo e premunirti. E, oltretutto, questa vicenda sta creando dei problemi anche a noi».

Cioè?
«La tragedia di Corinaldo ha causato sgomento nell’opinione pubblica. Dando così una visione negativa del “mondo notturno” e facendo di tutta l’erba un fascio».

Che cosa è andato storto, secondo te?
«Prima cosa: ci vuole maggior controllo, non si può far passare tutto all’entrata della discoteca. Per esempio, lo spray al peperoncino è confezionato in latta ed è rintracciabile all’ingresso con un metal detector. Seconda cosa: sono i numeri degli uomini della sicurezza che devono essere adeguati al numero di persone che si trovano all’interno del locale, senza guardare ai costi. La capienza va rispettata seguendo le leggi in vigore, anche perché altrimenti si rischiano multe pesanti».

Ti è mai capitato di trovarti in una situazione di questo genere?
«Sì, mi è capitato poco meno di un anno fa. In quel caso, lo spray al peperoncino è stato spruzzato per poter uscire senza pagare. Fortunatamente non è successo nulla di grave perché le due uscite di emergenza hanno funzionato bene e nel giro di poco il locale si è svuotato».

Hai mai fatto entrare più persone del dovuto?
«Sì, è già successo. Può capitare che nelle grandi occasioni si faccia entrare più gente del lecito. Però, aggiungo, si può fare con un certo criterio. Se lo faccio devo avere il numero adeguato di uomini della sicurezza. Quando ci sono ospiti o personaggi importanti noi distribuiamo un certo numero di inviti, gratuiti o a pagamento, tramite i nostri “pr” (ragazzi che portano gente nei locali, ndr), e così ci rendiamo conto di quante persone ci dobbiamo aspettare per la serata. Poi, ovviamente, se fuori ci sono duemila ragazzi che vogliono entrare io devo fare una certa selezione».

Spiegati.
«Eh, cerco di curare la qualità degli ingressi. Preferisco far entrare persone che, secondo me, possono creare meno problemi e spendere di più all’interno del locale. Certo, bisogna essere bravi a creare una serata che attiri molta gente, così che, economicamente, ci si possa permettere di fare un’accurata selezione dei partecipanti».

Durante le serate c’è un momento preciso in cui decidete quanta gente fare entrare?
«Io ho dei biglietti che vengono dati all’ingresso. In precedenza sono stati contati e in base a quelli che avanzano so quanta gente è entrata effettivamente. A quel punto decido».

E se finiscono i biglietti non entra più nessuno?
«Ovviamente faccio stampare più biglietti rispetto al numero normale. Però non sempre decido di usarli tutti».

Ti senti tutelato dallo Stato?
«Da un certo punto di vista sì, da altri no. Un esempio: il metal detector, utilissimo per bloccare oggetti pericolosi, spesso non può essere usato in locali piccoli. Mi spiego: la sicurezza lo può avere solo se in precedenza è avvenuto qualcosa di grave. Questa mi sembra una cosa senza senso, contro ogni logica di prevenzione».

Parliamo di droga. Come si può tenere lontana dai locali?
«Su questo aspetto gli uomini della sicurezza lavorano molto. In una città come la nostra, medio-piccola, le facce sono sempre le stesse, quindi so chi è immischiato con lo spaccio o chi è consumatore. Anche per questo mi rivolgo solitamente a un’agenzia di sicurezza che lavora sul territorio da molti anni. Proprio perché conoscono le facce di tutta la provincia!».

Alessandro Venticinque

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