Dopo le piogge della scorsa settimana adesso si contano i danni.
A Sezzadio una vittima, Rosanna Parodi, travolta dal Bormida
Le piogge torrenziali di questi ultimi giorni hanno portato danni, vittime e disagi per le strade del Nord Italia. «In Piemonte ci sono almeno 130 strade chiuse, oltre 570 sfollati e altre 395 persone isolate, che nel momento di crisi più forte avevano toccato quota 560. Purtroppo abbiamo ancora una vittima, che si unisce alle due di un mese fa. Mentre possiamo dire che stia finendo l’emergenza per quanto riguarda i bacini idrogeologici, continua quella dei movimenti franosi che sono ancora in atto». Questo è il quadro della nostra Regione spiegato dall’assessore alla Protezione civile Marco Gabusi. Centinaia di frane, ponti, strade e infrastrutture compromesse hanno causato l’isolamento di comunità e frazioni. Adesso si contano i danni. «Lunedì 25 novembre è stata firmata la richiesta di stato di emergenza a cui allegheremo una prima stima dei danni per ottenere i fondi per i lavori di somma urgenza. Solo per il Basso Piemonte potremmo essere intorno ai 50 milioni, ma attendiamo le valutazioni dei tecnici» ha aggiunto Gabusi. La situazione è particolarmente critica nella nostra provincia dove i torrenti Scrivia, Bormida, Orba e Stura, ma anche tutta la rete idrografica secondaria, hanno superato le soglie di pericolo. Gli argini del fiume Tanaro e Bormida sono stati monitorati scongiurando danni immediati, ma il rio Lovassina è esondato provocando disagi alla popolazione della frazione Spinetta Marengo. È emergenza idrica nelle valli Orba, Borbera e Grue per l’interruzione della rete degli acquedotti.
«Chiederemo al Governo un Piano straordinario sul dissesto idrogeologico. Non si possono tenere le risorse bloccate al ministero dell’Ambiente senza far partire le opere, per poi spendere i soldi dopo, rincorrendo l’emergenza come si sta facendo oggi. Insieme a questo serve una profonda semplificazione normativa. Si parla tanto di scudo penale, diamolo ai sindaci per consentire loro di mettere in sicurezza il territorio senza rischiare una denuncia» hanno dichiarato i governatori del Piemonte e della Liguria, Alberto Cirio e Giovanni Toti.
C’è anche una vittima in questo weekend tragico: si chiama Rosanna Parodi, 52enne di Gamalero, che domenica è rimasta travolta dalla piena del fiume Bormida mentre si recava al lavoro. Secondo l’ispezione esterna della salma, e in attesa dell’autopsia, è già stato chiarito che la donna è morta per annegamento. L’operatrice sanitaria era uscita di casa per andare a svolgere il proprio servizio alla casa di riposo Soggiorno Santa Giustina di Sezzadio, quando ancora era buio. Ha visto che la strada provinciale, che unisce Gamalero a Sezzadio ed è attraversata dal Bormida, era chiusa e così ha deciso di proseguire a piedi, ma è stata travolta dall’acqua. I danni sono stati tanti anche nei paesi dell’alessandrino. A Predosa e Capriata d’Orba il torrente Orba è esondato sabato, ma i divieti non sono ancora stati rimossi. «L’acqua ha rotto la carreggiata nello stesso punto eroso lo scorso 21 ottobre, ma questa volta ha trovato le protezioni di cemento e ha scavato sotto l’asfalto» spiega il sindaco di Predosa, Maura Pastorino. L’ovadese è la zona più colpita.
Nel comune di Ovada si contano una ventina di frane e smottamenti, 25 persone aspettano di tornare a casa in via San Bernardo. Nei dintorni si sono verificate altre frane a Molare, domenica in prossimità del santuario della Madonna delle Rocche e a San Luca; poi a Rocca Grimalda, vicino alla scuola di Carpeneto; a Cassinelle; a Cremolino, con sette famiglie sfollate; e a Silvano d’Orba, con le frazioni Pieve e Bacchetti colpite da vertiginose frane. A valle dell’Orba ha avuto la peggio Casal Cermelli: il paese era già mobilitato venerdì per creare un passaggio alternativo a chi abita in via Rossina e in via dei Boschi, ma proprio dove si stavano svolgendo i lavori necessari dopo i danni dall’esondazione del 21 ottobre, sabato è arrivato un altro fiume di fango.
Daniela Terragni
Alessandro Venticinque