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Beato Angelico: Veritatis Splendor

Mercoledì 12 nella chiesa del Carmine la videopresentazione del professor Roberto Filippetti

Nella sua prossima venuta ad Alessandria, mercoledì 12 febbraio, Roberto Filippetti (nella foto qui sotto) presenterà la pittura del Beato Angelico in explorer navigation, una tecnica che permette di vedere i capolavori del pittore fiorentino leggendone i particolari ed esaltandone le qualità coloristiche. Vissuto nella prima metà del ‘400, Beato Angelico è uno dei grandi protagonisti dell’inizio del Rinascimento italiano. La scheda preparata dal professor Filippetti ci offre le informazioni essenziali sulla sua vita. Il suo nome è Guido di Pietro. Nasce negli ultimi anni del ‘300 da famiglia contadina a Vicchio, presso Firenze. Attorno ai 20 anni, dopo un periodo di apprendistato in una bottega fiorentina, è “dipintore in proprio”. Decide poi di entrare nella Osservanza regolare dei domenicani, nel convento di Fiesole, prendendo il nome di Giovanni da Fiesole. Cosa cercava Guido nella vita religiosa? Risponde il Vasari “la soddisfazione”. Ordinato sacerdote nel 1427, diviene Frate Predicatore “per immagini”, con la parola e soprattutto con il pennello. Riceve dai superiori l’incarico di dedicarsi all’arte sacra e apre l’officina nel convento di Fiesole. Poi vive e lavora nel convento di san Marco a Firenze, fino al 1438. Papa Eugenio IV, che si trova a Firenze per il Concilio, conosce e ammira le sue opere e chiede nel 1443 al nostro pittore di seguirlo nell’Urbe, dove continua a svolgere la sua attività e dove muore nel febbraio del 1455.


Nella videopresentazione il professor Filippetti ripercorrerà le tappe del percorso artistico del pittore, cominciando dal periodo fiesolano: vengono mostrati a casa loro i capolavori che erano lì nello jubé, e che vengono ammirati nei musei di Madrid, Londra, Parigi. Poi si scende nella città di Firenze, si entra nel chiostro di san Marco e si ammira tutto il ciclo di affreschi nelle sale, nei corridoi e nelle celle che costituiscono l’opera maggiore del pittore. Contemplata aliis tradere: questa l’intenzione profonda che guida la mano del pittore nel concepire le icone che dovevano accompagnare la vita nella clausura dei frati. Un terzo momento propone altri capolavori, oggi sparsi per chiese e più spesso per musei di tutto il mondo. L’attualità del Beato Angelico, in un’epoca in cui la secolarizzazione emargina dalla vita il sacro e le rappresentazioni religiose nelle chiese e nei mass media sono talvolta banali, è di offrire un aiuto all’immaginazione e alla memoria per poter pensare agli eventi della storia della salvezza in modo non distorcente, anzi affascinante. Egli ha assimilato la grande svolta figurativa attuata all’inizio del Quattrocento da pittori come Masaccio, si situa all’interno dell’umanesimo cristiano con una sua propria peculiarità che oggi può essere meglio apprezzata nella sua urgenza: le figure sacre sono rappresentate nella loro concreta umanità ma nello stesso tempo mantengono un loro inesprimibile mistero, sono illuminate dall’interno, “sembrano contenere e irradiare luce”, quasi si trattasse di dipinti su vetrate.


Essere rinviati al trascendente, dentro l’aspetto e il rivestimento umano e terrestre: forse è questa l’esperienza che si potrà vivere e imparare nella serata del 12 febbraio, che Roberto Filippetti ci dedicherà nella chiesa di Santa Maria del Carmine, in via Guasco ad Alessandria, alle ore 21. La serata sarà arricchita dalle esibizioni del coro Prof-in-Coro, diretto dal maestro Luigi Cociglio, con canti della tradizione antica e moderna. L’iniziativa è parte del Corso di aggiornamento per gli insegnanti di religione, organizzato dall’Ufficio scuola della Diocesi, ma è aperta a tutti coloro che hanno piacere di vivere un’esperienza di incontro con la bellezza.

Angelo Teruzzi

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