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“Pastori e Pescatori” dell’amore di Dio

“La recensione” di Fabrizio Casazza

Nel gennaio dell’anno scorso il frate cappuccino Raniero Cantalamessa (nella foto), che da quarant’anni ricopre l’incarico di Predicatore della Casa Pontificia, su mandato del Papa tenne un corso di esercizi spirituali ai vescovi americani. I testi di quelle meditazioni sono stati appena pubblicati con il titolo “Pastori e Pescatori” (Ancora, pp 295, euro 25).

I due sostantivi, tratti dal Nuovo Testamento, descrivono in modo efficace la missione sacerdotale: «Nutrire con la Parola e i sacramenti quelli che frequentano la Chiesa e andare alla ricerca di coloro che ne sono lontani o se ne sono allontanati» (p. 8). Tutto parte da un’intimità con Cristo, del quale il vescovo e il presbitero sono ripresentazione sacramentale: il rapporto con lui non può essere estrinseco o residuale ma dev’essere la fonte e il fondamento dell’apostolato.

La preghiera non può mancare, anche se le urgenze sono tante: altrimenti si rischia di fare come degli avventati vigili del fuoco, che arrivassero sul posto dell’incendio senza aver verificato di avere le autobotti piene d’acqua per spegnere le fiamme. Il libro spiega che il «cristiano non può limitarsi a celebrare l’Eucaristia, deve essere Eucaristia con Gesù» (p. 100). Da questa convinzione deriva un suggerimento: quando pronunciamo (se sacerdoti) o ascoltiamo (come laici) il racconto dell’istituzione, nelle parole «questo è il mio corpo» dobbiamo intendere e comprendere tutta la nostra vita; nelle parole «questo è il calice del mio sangue» la nostra morte. In altri termini, dobbiamo offrire al Signore nella Chiesa tutto il nostro vissuto e tutto ciò che anticipa la morte, ossia le umiliazioni, le malattie, i fallimenti.

Solo così il sacramento è veramente fruttuoso: per questo si parla propriamente di partecipare alla Messa, e non sentire, ascoltare, vedere o prendere la Messa, come purtroppo qualcuno dice. Intendere in profondità la Parola di Dio per assimilarne i criteri e la potenza, condividere la povertà di Cristo con uno stile di vita sobrio, consacrarsi totalmente al Signore con un gioioso celibato, essere promotori di comunione pur nella consapevolezza dei propri limiti e peccati, lasciarsi guidare dalla luce dello Spirito Santo, sono le strade suggerite da padre Cantalamessa per essere autenticamente pastori e pescatori, facendo fare alle persone esperienza dell’amore di Dio.

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