Il missionario era parroco a Corumbà, in Brasile
Alla triste notizia della morte di padre Pasquale Forin, avvenuta il 10 gennaio scorso, il sindaco di Corumbà (Mato Grosso-Brasile) ha decretato il lutto ufficiale per tre giorni per tutta la città. Questo gesto dice più delle parole chi sia stato padre Pasquale, cosa abbia fatto e come. Non era alessandrino di nascita, ma di adozione per via della famiglia contadina emigrata dal Veneto in Piemonte negli Anni 50 del secolo scorso.
Pasquale nasce a Conselve (PD) il 17 aprile 1936. A diciassette anni entra nel noviziato salesiano e, ancora novizio, sente forte la sua vocazione missionaria e nel 1959 si reca in Brasile dove completa gli studi e si fa brasiliano con i brasiliani per sessant’anni. Torna in Italia soltanto per essere ordinato nella basilica di Maria Ausiliatrice l’8 dicembre 1964. Dopo aver ricoperto vari incarichi dal 1974 è parroco a Campo Grande e dal 1987 a Corumbà nella parrocchia di San Giovanni Bosco dove resterà fino alla morte, anche lui, come suoi tanti suoi parrocchiani, per Covid.
A Corumbà padre Pasquale ha saputo dare un volto, delle mani e un cuore a quel Gesù che è stato mandato per “portare ai poveri il lieto annuncio, proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista, a rimettere in libertà gli oppressi”. Con una équipe di laici da lui cresciuti e formati fonda una casa (Cripam) per il recupero di bambini con alle spalle famiglie problematiche. Oggi questa struttura comprende un vero e proprio ospedale per ospitare bambini denutriti da zero a sei anni e un gruppo di persone impegnate nella lotta contro la malnutrizione dei piccoli. A questo si aggiunge la casa Maria Pagge (dal nome di una benefattrice) per accogliere i bambini del tutto abbandonati o temporaneamente sottratti alla potestà genitoriale. In diocesi organizza la Commissione Pastorale della Terra (Cpt) che si occupa dei diritti e della promozione umana dei contadini.
Fedele alla sua vocazione profondamente salesiana (“onesti cittadini e buoni cristiani”) ha creato un centro di accoglienza infanto-giovanile che accoglie quotidianamente oltre seicento ragazzi e ragazze per la formazione scolastica e cristiana dove non pochi giovani dall’Italia e da altri Paesi hanno potuto fare una preziosa esperienza di volontariato. Questo padre Pasquale è riuscito a fare mettendo il suo grande cuore a disposizione di Cristo e del suo Vangelo e anche grazie a gruppi di benefattori che lui ha saputo far innamorare del Vangelo della carità in Slovenia, Spagna, Belgio e in Italia (Alessandria, Valenza, Nizza Monferrato, Borghetto Santo Spirito… ).
I suoi viaggi in Italia per visitare i suoi familiari erano l’occasione per alimentare la fiamma e l’impegno missionario di questi gruppi sparsi per l’Europa. Come succede sovente di fronte a chi muore, anche di fronte alla morte di padre Pasquale ci viene il rammarico di non aver fatto abbastanza… Il modo migliore per onorare questo eroe del Vangelo è quello di continuare a far vivere la sua opera… Maggiori informazioni presso il Centro Missionario diocesano. Per un contributo diretto: Banca Intesa San Paolo, IBAN – IT 65 E030 6909 6061 0000 0114 113 intestato a Projeto Corumbà Onlus.
Il gruppo missionario della parrocchia Santi Apostoli