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Bambini e videoschermi: guida per i genitori/2

La pediatra Sabrina Camilli

«Per parlare ai nostri lettori con la maggior franchezza possibile, quello che sappiamo è che durante la visione di uno schermo il bimbo subisce un vero e proprio piccolo danno cerebrale, che può ripercuotersi sulla sua capacità di attenzione e di concentrazione»: questa è una delle cose più importanti che abbiamo imparato nella puntata precedente del nostro viaggio nel mondo della visione infantile dei videoschermi.

La nostra pediatra di riferimento, Sabrina Camilli è stata molto chiara, portando la nostra attenzione su delle evidenze scientifiche: «C’è uno studio dello Jama pediatrics (rivista medica mensile pubblicata dall’American medical association, ndr) in cui si è visto che se un bimbo passa troppo tempo davanti a uno schermo può subire una modifica del connettoma cerebrale, cioè di tutte quelle connessioni che avvengono nel cervello durante l’apprendimento».

Non meno importante, sempre nello scorso numero di Voce abbiamo anche capito che, esattamente come succede a noi adulti, anche per i bambini c’è un rischio di dipendenza da smartphone: «L’uso dei device porta i bambini a divenire dipendenti proprio perché il meccanismo che si può instaurare (specialmente sotto i due anni) è quello della dipendenza, che utilizza l’ormone della dopamina (o “ormone del piacere”). Il bimbo infatti può avere delle vere e proprie crisi di astinenza, se gli viene tolto il cellulare dalle mani». Ma quindi come dobbiamo comportarci con figli e nipoti? In questa puntata, la dottoressa ci aiuta con delle indicazioni pratiche.

Dottoressa, che consigli possiamo dare ai genitori di bambini molto piccoli in tema videoschermi?

«Prima di tutto vige sempre il buon senso: sicuramente i bambini più piccoli non devono tenere in mano il cellulare se non per un tempo molto limitato e sempre in compagnia di un adulto che possa spiegare loro quello che stanno vedendo. Un uso possibile e intelligente è quello di far vedere loro le videochat con parenti e amici, in particolare in questo momento di pandemia».

E per i bimbi più “grandicelli”?

«Dai due ai cinque anni si consiglia di limitare l’uso a non più di un’ora al giorno; per i bambini più grandi va stabilito comunque con i genitori un tempo massimo di utilizzo giornaliero. In ogni caso non bisogna mai dimenticarsi di far fare ai piccoli attività fisiche che siano divertenti e stimolanti, di portarli a giocare all’aperto, di far ascoltare loro della buona musica e di leggere loro dei libri. Se proprio non si può fare a meno di guardare uno schermo, cerchiamo di scegliere applicazioni interattive e non violente, con valori sociali condivisibili, di guardare i video insieme e di discutere sui contenuti».

C’è qualcosa che i genitori non dovrebbero mai dimenticare?

«Sicuramente va spiegato che il web comunque non è un luogo sicuro per i bambini. L’ideale sarebbe anche tenere spenti il più possibile televisore e pc in casa e mettere il cellulare in modalità silenziosa quando non lo si sta usando, specialmente quando mamma e papà sono in relazione con il loro figlio, che troverà frustrante essere messo da parte per un’attività svolta al telefono (social e giochini di vario tipo). Bisogna ricordarsi che l’esempio è fondamentale: se il bambino impara a vedere i genitori e le persone adulte che lo circondano utilizzare troppo frequentemente cellulari e tablet, sicuramente li imiterà: correrà quindi i rischi di cui abbiamo parlato poco sopra. Infine mi preme dire ai genitori di evitare assolutamente di utilizzare i cellulari come mezzo per calmare bambini. Occasionalmente possono essere usati con questo scopo, in situazioni eccezionali come una visita medica, un viaggio in aereo, una situazione di emergenza ma non come mezzo comune per intrattenerlo, in quanto il bimbo potrà andare incontro a problemi che riguardano la comprensione del senso del limite e soprattutto la gestione delle emozioni».

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