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Alessandrini a Corleone

“Alessandria racconta” di Mauro Remotti

Nel 1237 Federico II concesse al miles Oddone di Camerana e agli hominibus de partibus Lombardiae a lui fedeli la terra di Corleone. In un primo tempo, l’imperatore aveva offerto l’area di Scopello, ma su specifica richiesta di Oddone venne presto sostituita con Corleone, strategico nodo viario tra Palermo e le zone rurali della Sicilia. Nel volume curato da Roberto Maestri intitolato Aleramici in Sicilia, Storia di una emigrazione dimenticata, si rileva che la città di Corleone aveva «origini antichissime ma che sviluppa la sua attuale identità urbanistica solo successivamente all’occupazione normanna avvenuta a partire dal 1080».

Lo stanziamento avvenne in modo graduale nel corso di tutto il XIII secolo. Nel mese di gennaio del 1264, la Curia di Corleone affidò a Corrado di Camerana, uno dei figli di Oddone, un incarico volto alla costruzione di abitazioni a benefico delle persone che sarebbero venute a vivere nella città sicula. Le motivazioni alla base di tale consistente flusso migratorio furono molteplici: in primo luogo, la necessità di lasciare i luoghi natii dove prevalevano le forze antisveve, ma anche il desiderio di raggiungere una regione ricca con vasti campi da coltivare.

Sebbene si parli sempre genericamente di “lombardi”, in realtà i novi homines erano coloni e uomini d’arme provenienti specialmente dal Piemonte, in particolare dal territorio alessandrino, come peraltro si evince dai documenti dell’epoca in cui furono contraddistinti con l’indicazione del luogo d’origine o patronimico: de Alexandria, de Salis (Sale), de Pontecurone, de Vultaggio (Voltaggio), de Ponzono (Ponzone), de Ceva, de Monte de Vi, de Alba, de Caramagna, de Coronato (Cocconato), o semplicemente de Monferato. Nonostante la diversa derivazione territoriale, i “lombardi” erano accomunati da uno spiccato senso di coesione, che li portò a concentrarsi negli stessi quartieri (San Pietro e San Giuliano) e strade (per esempio, contrada Petri de Pontecurone, che prendeva il nome dall’omonimo ricco mercante proprietario di alcuni mulini).

Ancora oggi la toponomastica corleonese ricorda la colonizzazione avvenuta nel basso medioevo attraverso la presenza di via Lombardia, situata nella parte alta della città. L’antica parlata, definita galloitalica, si è mantenuta a lungo in Sicilia, ed è ancora possibile identificarne le tracce nella fonetica e nel lessico delle popolazioni residenti in quattordici comuni sparsi nell’entroterra delle province di Messina, Siracusa, Catania ed Enna.

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