Cerimonia di apertura dei Giochi olimpici di Parigi
I vescovi francesi
Scene di derisione e di scherno del cristianesimo, che deploriamo profondamente
“La cerimonia di apertura proposta ieri sera dal Comitato organizzativo dei Giochi olimpici ha regalato al mondo intero meravigliosi momenti di bellezza, di gioia, ricchi di emozioni e universalmente apprezzati. Questa cerimonia purtroppo prevedeva scene di derisione e di scherno del cristianesimo, che deploriamo profondamente”. In una nota diffusa sabato 27 luglio, la Conferenza episcopale francese reagisce così a uno dei quadri coreografici che si sono visti venerdì 26 nel corso della cerimonia di apertura sulla Senna. A colpire in negativo, è stata la parodia dell’Ultima Cena di Leonardo in cui il Cristo viene sostituito da una donna obesa, mentre figure queer e trans (anche un bambino) raffigurano i suoi apostoli. I vescovi francesi ringraziano “i membri di altre fedi religiose che ci hanno espresso la loro solidarietà”. E aggiungono: “Questa mattina pensiamo a tutti i cristiani di tutti i continenti che sono rimasti feriti dall’eccesso e dalla provocazione di certe scene. Vogliamo che capiscano che la celebrazione olimpica va ben oltre i pregiudizi ideologici di alcuni artisti”. Da tre anni, in vista dei Giochi di Parigi, la Conferenza episcopale francese ha avviato il progetto “Holy Games” che sta coinvolgendo numerosi cattolici. La settimana scorsa si è celebrata la Messa di apertura della tregua olimpica, alla presenza di numerose personalità religiose, politiche e sportive. “Crediamo che i valori e i principi espressi e diffusi dallo sport e dalle Olimpiadi – scrivono i vescovi – contribuiscano a questo bisogno di unità e di fraternità di cui il nostro mondo ha tanto bisogno, nel rispetto delle convinzioni di tutti, attorno allo sport che ci unisce e per poter promuovere la pace delle nazioni e dei cuori”. Lo sport è “una meravigliosa attività umana” e i Giochi olimpici sono “un movimento al servizio di questa realtà di unità e fraternità umana”.
Gli ordinari cattolici di Terra Santa
Il cristianesimo è stato il primo a preservare le libertà, la diversità, la dignità e i diritti umani
“Libertà, diversità e creatività non sono compatibili con l’insulto alle credenze degli altri, né con la loro presa in giro, in modi che non hanno nulla a che fare con le qualità dell’uomo”. A ricordarlo sono gli ordinari cattolici di Terra Santa che in un comunicato commentano la cerimonia di apertura delle Olimpiadi in corso a Parigi. “Il cristianesimo è stato il primo a preservare le libertà, proteggere la diversità e preservare la dignità e i diritti umani. Pertanto – si legge nella nota – non accettiamo l’insulto di alcuni gruppi, sapendo che ogni essere umano è a immagine e somiglianza di Dio ed è chiamato alla salvezza”. E ancora: “Se il rispetto e l’amicizia sono valori fondamentali nella cultura dei Giochi olimpici, come può il Comitato olimpico accettare che i suoi valori vengano violati?”. “La libertà è una responsabilità importante nella storia dell’umanità – aggiungono gli ordinari cattolici di Terra Santa -. Prendere in giro le credenze degli altri rivela una tendenza nascosta a reprimerle, che può portare chi la commette a pratiche non accettabili per i valori della democrazia”. Per gli ordinari “ciò che è accaduto indica una completa ignoranza dei concetti di libertà e dignità umana, e ciò pone una questione molto preoccupante per il futuro dell’umanità, perché sfruttare una piattaforma globale in questo modo significa un declino della convergenza globale uomo-civiltà al livello più basso nelle relazioni umane, e di conseguenza l’assenza di accettazione della diversità nella vita. Quindi implica un comportamento sociale che porta all’emergere della tendenza abolizionista ed escludente verso l’altro”. Il comunicato termina con la richiesta agli organizzatori della cerimonia “di rettificare l’errore e offrire delle scuse pubbliche e franche a tutti coloro i cui sentimenti sono stati feriti e la cui santità è stata derisa in tutto il mondo”.
Gli esorcisti
Il fondamentalismo laicista approfitta dei Giochi olimpici per imporre la sua visione del mondo
“Ciò che più disgusta e ferisce è il minestrone di blasfemia che non ha nulla di libertario o emancipante: perché i sentimenti di fede, le idee e i diritti condivisi – in sintesi la fiducia nella Ragione – sono finiti sotto le zampe e i tacchi di vanesi e colorati saltimbanchi”. Questo il commento dell’Aie, Associazione internazionale esorcisti (fondata nel 1994 da don Gabriele Amorth e padre René Chenesseau, e riconosciuta dalla Chiesa come Associazione privata di fedeli) in una nota relativa alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi 2024. L’Aie richiama l’attenzione sulla “nauseante parodia dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci dove Gesù è sostituito da una figura femminile e gli Apostoli da diversi personaggi drag queen. Un’Ostia che viene consacrata nelle celebrazioni eucaristiche diventando il Corpo di Cristo è incastonata sulla testa della figura femminile ad indicarne anche l’aureola della “santità”. Il Sangue di Cristo è invece rappresentato da Bacco, il dio del vino, dell’ebbrezza e della sensualità nella mitologia classica”. “Tutto questo si è consumato sullo sfondo della cattedrale di Notre-Dame, ferita e umiliata, i cui lavori di ricostruzione non si sono ancora conclusi dopo il devastante incendio dell’aprile 2019” sostiene l’Aie, che conclude: “Che dire dunque di fronte a questo show planetario presieduto da Emmanuel Macron? Che un fondamentalismo laicista approfitta dei Giochi olimpici – evento che dovrebbe celebrare piuttosto il rispetto e il dialogo fra i popoli, di ogni credenza, convinzione o religione – per imporre, anche attraverso la blasfemia travestita da rivendicazione di diritti, una visione del mondo e una rifondazione antropologica distorte e divisive. Che questa strategia nichilista abbia da sempre un sottile e velenoso ispiratore è cosa ben nota alla prassi esorcistica”.
L’intervento di “avvenire”
Che senso ha dover vivere ogni singolo evento planetario, per di più sportivo, come se fosse un Gay Pride?
Sulla questione è intervenuto anche “Avvenire”. “Se volevano stupirci con la loro proverbiale grandeur, beh gli organizzatori, registi, coreografi, i nani e le ballerine della cerimonia d’apertura di Parigi 2024 ci sono riusciti, ma niente affatto alla grande” ha scritto online. Secondo il quotidiano dei vescovi italiani “si è andati giù pesante di trucco e parrucco a ridisegnare un’umanità che ormai pare aver senso solo se trasgredisce. Non prendeteci per biechi bacchettoni moralistici, ma che senso ha dover vivere ogni singolo evento planetario, per di più sportivo, come se fosse un Gay Pride? Perché il Villaggio olimpico deve essere scambiato a tutti i costi per la nuova residenza dei vecchi cari Village People? (Per i millennials quelli dell’intramontabile brano Y.M.C.A.). Perché questa necessità ossessiva di sbandierare a ogni costo il vessillo della ‘diversità’ e appendersi delle medaglie al collo che diventano delle ineleganti collane bisex da far luccicare in mondovisione”. “E poi – prosegue Avvenire – sbertucciare anche L’ultima cena (povero Leonardo che qui al Castello del Clos Lucè era già morto nell’anno non olimpico 1519) con un apostolato di drag queen che in confronto le ballerine del Moulin Rouge passano per delle educande: un’offesa gratuita e di cattivo gusto ovviamente non soltanto all’arte, ma anche e soprattutto alla sensibilità religiosa di tanti, peraltro in lampante contrasto con quella sbandierata (ma a senso unico) volontà di tutelare qualsivoglia credo, preferenza e orientamento”.
(fonte Agensir.it)