Dottoressa, ho un’amica incinta che segue la dieta vegana. Ma non è pericolosa per il bambino?
Prima di tutto distinguiamo che cosa s’intende per dieta vegana o vegetaliana: con essa si escludono tutti i cibi di origine animale, compreso il miele. La dieta vegetariana, invece, esclude il consumo di carne, pesce e tutti i cibi che comportano l’uccisione di esseri viventi. Numerosi studi affermano che la dieta vegetariana, seguita in modo preciso e con un supporto dell’esperto (pediatra o medico nutrizionista infantile), è compatibile con un buon accrescimento e stato nutrizionale del bimbo. In questo caso l’assunzione di latte, formaggio, latticini e uova può integrare le eventuali carenze. La dieta vegetaliana, come quella vegetariana pura, porta a un insufficiente apporto di calorie. I cibi vegetali hanno uno scarso valore calorico, quindi il bambino deve assumere un’alta quantità di cibo associato a una eccessiva quantità di fibre, che impedicono l’assorbimento di proteine. Si è visto che di conseguenza la crescita dei bambini vegani, dalle prime settimane fino ai sei anni di vita, risulta rallentato in peso e altezza. La carenza più importante è quella di vitamina B12 (cianocobalanina). La gestante e il bambino vegano possono assumere alghe, lievito di birra e germogli di lenticchie il cui uso non è semplice, e risulta importante ricorrere a integratori di prodotti industriali, anche se di origine naturale. Per seguire questo tipo di alimentazione bisogna avere notevoli conoscenze nutrizionali. Io sconsiglio una dieta vegetaliana, sia alla gestante che alla mamma che allatta e ritengo opportuno, nei primi anni di vita, che il bimbo sia seguito in modo adeguato dal punto di vista nutrizionale da professionisti esperti.
Per fare una domanda alla dottoressa Sabrina Camilli: redazione@lavocealessandrina.it oppure pediabimbumbam.altervista.org.