Home / Rubriche / Collezionare per credere / Collezionare per Credere – Viva lo «swapping»

Collezionare per Credere – Viva lo «swapping»

Non si è poveri quando non si hanno soldi, ma quando non si ha più nulla da offrire. Sempre più numerosi sono quei negozi e siti che, negli ultimi anni, propongono lo scambio di beni come nuova forma commerciale. A essere scambiati sono capi di abbigliamento, oggetti d’arredo, accessori, articoli di antiquariato e talvolta anche le proprie case ! Barattare sta diventando di moda anche perché si favorisce un riciclo eco-sostenibile senza spendere denaro. In Grecia, ad esempio, il circuito di maggior successo si chiama Xariseto (lett. «ho dato»). Conta più di trentaseimila iscritti e un negozio nel centro di Salonicco dove, ogni anno, passano di mano oltre 300 tonnellate di vestiti. Dal vivo oppure online, tramite Xariseto, migliaia di Greci si donano e si scambiano di tutto, dai vestiti ai mobili, passando per articoli elettronici e oggettistica per la casa. Un altro metodo per barattare sono gli «swap party», ossia feste private durante le quali ciascuno si impegna a portare capi o qualsiasi altro bene scambiabile che non viene più utilizzato, per barattarli con quelli degli altri. I «pop-up swap» sono in voga anche nella nostra penisola, per lo più nelle città a forte richiamo turistico: migliaia di partecipanti portano cose da donare, barattare, lasciare a qualcun altro; pagano un ingresso simbolico e portano a casa quello che più gradiscono (borse, scarpe, gonne, maglioni, libri, vinili…). Gli oggetti avanzati e gli introiti vengono poi donati ad associazioni benefiche. Per gli scambisti più «kinder» ci sono apposite swap-boutique dove si entra liberamente (la porta è sempre aperta), si lasciano sullo scaffale abiti e scarpe che «non stanno più» e si sceglie qualche capo di una taglia più grande; tutto passa di mano in mano in queste boutique dai mille colori, diffusissime in Scozia. In città esistono molte occasioni di scambio, luoghi dove poter trovare di tutto un po’ senza il commercio, col genuino «do ut des», aprendo al confronto sulle relazioni, sul dono e sulla condivisione. Per esempio l’outlet «Prendere o lasciare», implementato e gestito da Rosalba Guidi, si trova in via Cavour presso la sede della Cgil. O ancora il padiglione delle missioni a Tortona (www. suoredonorione.org) che addirittura lascia al caso la scelta delle cose da portar via, mediante il coreografico «pozzo della fortuna», molto apprezzato dai più piccoli.

Mara Ferrari

Check Also

Salvage Hunters in città

“Collezionare per credere” di Mara Ferrari Un oggetto va sempre restaurato? La domanda non è …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d