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Cosa c’entra Dio con la nostra vita?

Quaresima 2020

Intervista a don Gino Casiraghi, parroco degli Orti di Alessandria

Proseguiamo le nostre interviste per la Quaresima 2020, in vista della terza domenica del Tempo di Pasqua. Abbiamo chiesto a don Gino Casiraghi, parroco della parrocchia Santa Maria della Sanità, nel quartiere Orti ad Alessandria, di raccontarci la sua Quaresima (leggi anche Il messaggio del vescovo per la Quaresima 2020). Cercando di capire anche come la sua parrocchia sta vivendo l’emergenza legata al Covid-19.

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Don Gino, che cos’è per lei la Quaresima?
«La Quaresima è il momento per rivedere la nostra fede e capire cosa c’entra Dio con la mia vita. Stiamo vivendo una fase in cui la fede cristiana si vive per trasmissione e tradizione. Gesù ci interroga. In questo il Vangelo della domenica è la cartina tornasole e ci aiuta a fare chiarezza. La Quaresima quindi ci deve far riscoprire la nostra fede nel significato più vero e profondo».

In questo periodo così particolare, come possiamo vivere il Tempo di Pasqua?
«Anche questa Quaresima, in cui stiamo osservando le dovute restrizioni, ognuno deve capire cosa c’entra la fede con la nostra quotidianità. Viviamolo come un esame: se ci prepariamo solo per dare alcune risposte, magari non lo superiamo; ma se ci prepariamo in modo ampio possiamo trovare le giuste risposte».

Secondo lei, cosa c’entra il coronavirus con questa Quaresima?
«Come dicevo prima, il rischio di oggi è vivere la fede per trasmissione. Noi cristiani facciamo tante cose belle, tanti gesti, leggiamo molte cose, ma se fatte solo per trasmissione e tradizione rischiano di non avere una ragione di fondo. E questa per me è un’opportunità importante. Non andando in chiesa ci dobbiamo chiedere: abbiamo ancora bisogno della fede? Serve ancora il nostro rapporto con Dio?».

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Come hanno reagito i suoi parrocchiani a questa emergenza?
«Cerchiamo di mantenere un rapporto con i mezzi tecnologici d’oggi. Certamente viene meno la comunità, l’incontrarsi e il poter dialogare, ma in qualche modo non deve venire meno l’aiuto e il supporto per i nostri parrocchiani».

Alessandro Venticinque

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