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Le Ceneri: un cammino di fede

Quaresima 2020

Intervista a don Giovanni Guazzotti, parroco di San Baudolino

Abbiamo chiesto a don Giovanni Guazzotti, parroco di San Baudolino ad Alessandria, di spiegarci il significato delle Ceneri (leggi anche Vescovo Guido – Non peccare non basta. C’è molto di più), che danno inizio al tempo di Quaresima.

Don Giovanni, è un mercoledì speciale quello delle Ceneri?
«La formula che accompagna l’imposizione delle Sacre Ceneri è tratta dal brano del Vangelo di Marco: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è giunto: convertitevi e credete al Vangelo”. Queste parole hanno sostituito il “Ricordati, o uomo, che sei polvere, e che in polvere ritornerai”. Le Ceneri dunque ci richiamano alla nostra realtà di persone che vanno verso la morte; ma in questo andare c’è l’orizzonte nuovo inaugurato da Gesù con la risurrezione che illumina il nostro cammino. Invito tutti a prendere coscienza che il cammino della nostra vita è un continuo passaggio dal peccato alla grazia, dalla morte alla vita: la nostra esistenza è inserita nella storia della salvezza che si è rivelata in Cristo, per cui la morte è vinta. Sta qui l’importanza di questo tempo “forte”, perché come il Signore è risorto, così anche per noi c’è la vita nuova in Dio, che possiamo già intravedere».

Che cosa ci chiede questo tempo “forte”?
«L’atto più difficile: credere nella risurrezione dei morti, la risurrezione della carne intesa come umanità. Nella Quaresima il richiamo non è tanto alle opere di misericordia, che pure devono essere fatte, ma ad altro. Dico una cosa forte: purtroppo siamo stati educati a pensare al dualismo anima-corpo. Pensiamo all’immortalità dell’anima come a una parte separata dal corpo, ma non è vero, questo non è il Vangelo. Non voglio certo negare l’immortalità, ma essa è dono di Dio, è legata alla risurrezione di Cristo. La Quaresima rivela due realtà: la prima è che noi siamo peccatori, la seconda è che Dio ci viene incontro».

E le opere?
«Le domeniche di Quaresima ci invitano a un cammino di fede che si trasmette anche attraverso le opere, che pur vanno fatte, ma che non sono l’essenziale. C’è da dire che noi ci fermiamo ai tempi “forti”: bene, è un concetto da superare. Il tempo “forte” richiama a vivere in maniera straordinaria il tempo ordinario. Il tempo della Quaresima ci porta in una realtà nuova da vivere, che è la presenza del Signore risorto con cui posso vivere un incontro personale: questo è il punto. Riscopriamo che Dio si è fatto uomo per essere uomo con noi. La Parola di Dio è una persona che ci parla, che ci perdona prima ancora che lo chiediamo. Cristo è morto in croce per me: io me ne rendo conto? Questa è la domanda che la Quaresima ci pone».

Andrea Antonuccio

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