Intervista ad Alessia De Piaggia, infermiera all’ospedale di Alessandria
Non è un caso che questo sia successo in Quaresima
«A volte sembra di essere in un brutto sogno, poi mi rendo conto che è tutto vero». Queste sono le parole di Alessia De Piaggia, 52enne infermiera e scout del Gruppo Alessandria 2. Alessia lavora nel reparto di Medicina interna dell’ospedale di Alessandria con pazienti sospetti contagiati da Covid-19. La sua voce è commossa e carica di tensione: «Non è facile, ma dobbiamo farci forza e andare avanti».
Alessia, come sono questi giorni?
«(Sorride) Li stiamo vivendo di cuore, diamo tutto noi stessi. È difficile essere pronti per questi momenti, è capitato tutto così improvvisamente e nessuno se lo aspettava. È come se fossimo in guerra… Dal punto di vista psicologico non la stiamo vivendo bene, ma dobbiamo farci forza e andare avanti. Bisogna essere pronti e realisti, non abbiamo tempo per pensare. A me capita di piangere molto, come adesso, soprattutto di notte: c’è un grande silenzio che attanaglia e mi tocca nel profondo».
Questa emergenza come vi sta cambiando?
«Ci sta cambiando dal lato umano. Il rapporto tra paziente e infermiere si è rafforzato perché sostituiamo i loro parenti, che possono vedere solo per un’ora al giorno. Spero che anche tra di colleghi i rapporti si rafforzino. È il momento non per fare polemica ma fare squadra, cosa che non succede sempre».
Stanno cambiando i rapporti in corsia?
«Ho dei colleghi ammalati e ci teniamo in contatto ogni giorno, un modo per stare vicino a loro che sono a casa e che a breve rientreranno. Siamo decimati in reparto, quei pochi che rimangono devono farsi forza e guardarsi negli occhi, che è l’unica parte non coperta dalle mascherine. Basta quello sguardo e ci capiamo al volo. Non è facile… Certi giorni per sette ore non beviamo e andiamo in bagno, perché siamo bardati in tutto il corpo. La testa a fine turno scoppia, alla mia eta è davvero pesante. Però rimani lì perché bisogna andare avanti».
Hai paura di “portare” a casa il virus?
«Ho un marito cardiopatico di 62 anni e ho tanta paura per lui. In casa c’è anche mia suocera di 90 anni che è allettata. Ho paura anche per le mie due figlie: Cecilia di 25 anni abita di fronte a me, mentre Valentina di 29 lavora alla Croce Verde di Felizzano e trasporta malati di Covid. È isolata e non ci possiamo vedere da giorni ed è davvero brutto…».
La tua fede è messa in discussione?
«Assolutamente, la mia fede non è in discussione. Tutti i giorni mi arrivano le “pillole” del vescovo che ascolto alla sera e mi danno una pacatezza incredibile al cuore. Ho poco tempo per pregare. Ma anche nei momenti bui e di tensione mi scivola tutto perché so che dall’alto Lui e la Mamma Celeste sono lì e ci aiutano. Non è un caso che questo sia capitato in Quaresima».
In che senso?
«Come Gesù ha sofferto sulla croce fino alla fine, anche noi in questo momento stiamo soffrendo. Poi risorgeremo. Però Lui è sempre pronto ad aiutarci nei momenti bui e a farci carico delle croci che dobbiamo portare».
Vi sentite davvero degli eroi?
«Eroe? Questo è il mio lavoro e l’ho scelto da quando sono bambina. Adesso siamo sulla bocca e il pensiero di tutti, però dopo verremo dimenticati come i Vigili del Fuoco? Non ci siamo solo noi in prima linea, penso a chi lavora nei supermercati o fa le pulizie. Per me gli eroi sono anche quelli che stanno in casa e pregano. Per questo vorrei fare dei ringraziamenti».
Prego…
«Ringrazio in modo speciale il mio Gruppo scout che ha donato all’ospedale del gel per le mani, tramite una raccolta fondi. E poi ringrazio la mia comunità capi che mi sta supportando: in particolare Martina e Cecilia Serra, ed Elisabetta Olivieri».
Ma andrà davvero tutto bene?
«Non sono un medico o un virologo, ma penso che andrà tutto bene. Stanno diminuendo i contagi grazie a queste restrizioni obbligatorie. Ma ricordiamoci che abbiamo lasciato lungo la “strada” tantissimi morti».
Un appello a chi ci legge.
«Bambini e anziani devono uscire il meno possibile, usando la mascherina almeno nei supermercati. Ci dobbiamo adeguare e seguire sempre le norme igieniche. E poi continuare ad avere fede: Lui e la Mamma Celeste ci stanno aiutando, senza loro non andremmo avanti».
Alessandro Venticinque