In Italia c’è chi rimane indietro

“Il contrappello” di Paolo Massobrio

Questa settimana nell’articolo pubblicato su Avvenire ho fatto alcune riflessioni sulla cosiddetta “Fase 2”. C’è chi ha un’azienda con sede in Piemonte ma con il core business nel Salernitano: come può raggiungere il Sud Italia senza hotel in cui dormire e luoghi in cui sostare per mangiare?

La ristorazione è in ginocchio: con il distanziamento rischia la perdita del 60% dei posti a sedere e i possibili clienti, di fronte all’obbligo di mascherine, plexiglass e guanti, preferiscono ricorrere al take away. Confcommercio teme la chiusura di 270 mila negozi mentre in agricoltura manca il personale per la raccolta di frutta e verdura (leggi anche Chi lavora nei campi?).

Benché il Governo continui a ripetere di «non lasciare indietro nessuno», nei fatti gli anelli delle filiere restano spezzati e non bastano i soldi a pioggia a ricucire un sistema. A mio avviso serve un immediato progetto di ascolto per settori specifici dell’economia e soprattutto un’assunzione di responsabilità.

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