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Mascherine: ecco come usarle

Intervista alla pediatra Sabrina Camilli

Dottoressa, dopo la quarantena come dobbiamo comportarci sull’utilizzo delle mascherine?
«Si sono dette e ascoltate molte cose in questi quasi tre mesi di lockdown. Mi chiede delle mascherine e di come sarebbe giusto comportarsi, io credo che in mezzo ci debba essere sempre la virtù. Ci sono persone che tengono la mascherina continuamente; ho visto persone che giustamente vogliono metterla prima di salire in macchina per non contaminarla, ma al tempo stesso bisogna ricordarsi di fare in modo che nell’abitacolo della vettura ci sia un ricircolo d’aria. È importante magari tenere aperto un finestrino o climatizzare l’aria. Proprio alcuni giorni fa un signore si è sentito svenire proprio mentre guidava, sbandando. Non dimentichiamoci che attraverso il respiro avviene l’ossigenazione del sangue e quindi la produzione di energia necessaria a compiere le azioni della vita».

Proprio a riguardo, molti dicono che utilizzando le mascherine troppo spesso non “alleniamo” i nostri anticorpi. È così?
«Grazie all’ossigenazione a livello cellulare riusciamo a modulare il nostro sistema immunitario. Nel momento in cui vengono a mancare ossigenazione, energia, vitamina D (perché siamo stati meno esposti alla luce) e che oggi con gli studi attuali si è visto essere un’importante arma di prevenzione contro l’infezione da Covid-19, il sistema immunitario si ritrova in difficoltà nell’attuare il suo ruolo di difesa. Tenerle quindi a lungo non è sicuramente igienico e può essere dannoso ma se la togliamo dobbiamo evitare la possibile trasmissione aerea».

Qualche suggerimento da dare per i più piccoli.
«I bambini sotto i sei anni non sono obbligati a tenere la mascherina (leggi anche Fase 2: i dubbi dei genitori). Ancora per un po’ si devono ridurre al minimo i contatti negli ambienti chiusi e con attenzione negli spazi aperti. In questi giorni ho notato persone che portavano la mascherina in maniera adeguata, ma tanti altri, soprattutto uomini, che evitano di portarla o la portano coprendo solo la bocca. Reputo questo atteggiamento poco rispettoso nei confronti degli altri e della comunità. Sono necessarie, soprattutto per la nostra città, ancora due settimane per poter essere sicuri che ci sia un’effettiva riduzione dei contagi e degli ammalati. D’altro canto far passare del tempo all’aria aperta ai nostri bambini è fondamentale proprio per una migliore ossigenazione, una maggiore fissazione di vitamina D a livello cutaneo, ma anche per migliorare il tono del loro umore. Come noi, infatti, hanno risentito del distanziamento sociale e dell’impossibilità di vedere, giocare e confrontarsi con i propri coetanei».

Per i genitori che lavorano è possibile portare i bambini dai nonni?
«In questo momento è ancora presto per dirlo, e ribadisco che sono necessarie ancora due settimane per poter valutare la curva epidemica. Penso che per la metà di giugno, se i dati saranno confermati, si potrebbero aprire anche quest’anno i centri estivi per venire incontro alle esigenze familiari e per colmare quella necessità di relazione tra i ragazzi. Le attività dovrebbero essere svolte soprattutto all’aperto con adulti e animatori attenti a tenere le giuste norme di distanziamento, ma anche facendo lavare spesso le mani, senza eccedere con i disinfettanti. Penso come sempre che gli adulti debbano dare il buon esempio e far capire quanto sia importante la protezione a livello personale e di comunità, senza esagerare o cadere nell’isteria».

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