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Il “difficile” rapporto tra medico e paziente/2

La pediatra Sabrina Camilli

Proseguiamo, con la seconda puntata, l’argomento del rapporto tra medico e paziente. Come nello scorso numero, iniziamo con le parole di Massimiliano Cavallo, esperto di public speaking e autore del libro “Parlare in pubblico senza paura”. Lo abbiamo già intervistato nel nostro giornale per avere consigli su come comunicare in maniera efficace nell’era dei video. «È indubbio che in questo periodo la sovraesposizione della classe medica nei media abbia prodotto in alcuni casi malumori. Questo ha in qualche modo contribuito all’erosione del rapporto di fiducia che dovrebbe esserci tra medico e paziente». Proseguiamo il discorso con la nostra pediatra Sabrina Camilli (che giovedì 4 febbraio ha compiuto gli anni. Auguri!) che ci racconta qual è il suo rapporto con i pazienti.

Dottoressa, trova che l’approccio dei genitori sia cambiato negli anni? Se sì, in che modo?
«Sì. Lo stress e il vivere di corsa ha reso tutto più superficiale. C’è stato in questi ultimi 30 anni sempre meno tempo per riflettere, per chiedere consigli a chi ha più esperienza. Al tempo stesso tante cose sono cambiate, in primis la famiglia. Inoltre, rilevo che prima c’era più rispetto in generale nei confronti dell’altro. Forse sì, a volte con troppa soggezione. Ma ora si pensa che il prossimo, l’altro, sia al proprio servizio. Al telefono spesso non ci si presenta neanche e si pretende un’impegnativa, senza prima chiedere se è il momento opportuno per farlo o se si stia disturbando. L’uso di whatsapp è improprio e si dimentica che per la legge della privacy alcune immagini o messaggi non dovrebbero neppure essere inviati».

Lei come “educa” i suoi pazienti? Dà dei libri e dei siti internet di riferimento?
«È importante ascoltare e poi parlare. Mi piace ascoltare anche i piccoli o i ragazzi quando hanno dei problemi. Non sempre riesco a farlo bene nella routine quotidiana. Ma so che una parola giusta detta al momento opportuno è più efficace di tante parole scritte. Certo, capita di dare consigli su libri o siti. Per esempio, il nostro studio pediatrico ha un sito. Si chiama “Pediabimbumbam” e in esso mettiamo alcune consigli e riferimenti che possono essere utili alle mamme e ai papà. Andrebbe continuamente aggiornato, ma il tempo è sempre un gran tiranno».​

Una domanda sulla Strenna 2021: «Mossi dalla speranza: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose” lei da che speranza è mossa nel suo lavoro quotidiano?
«Rispondo con questa frase di San Francesco di Sales (don Bosco si è ispirato a lui per la congregazione dei Salesiani ): “Ovunque tu vada prova a raccogliere qualcosa di buono. Sii come le piccole api che tornano sempre al loro alveare con nient’altro che miele”. La mia speranza è credere nel Bene. Nel bene che posso ricevere da ciò che compio con amore e pazienza, ma soprattutto dall’incontro con l’altro e cioè con i bambini e con le loro fatiche, sofferenze, solitudini e rabbie che si esprimono nella malattia. Il nostro corpo, il nostro essere, parla e chiede aiuto: sta a me medico capire e operare, chiedendo alla Sapienza Divina di fare Lei nuove tutte le cose, anche attraverso di me».

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