“La testa e la pancia” di Silvio Bolloli
Molto spesso, nel calcio come nella vita, ci si sofferma sui dettagli più eclatanti ritenendo di aver trovato agevoli risposte a problemi più o meno radicati. Ecco allora che, nella fattispecie dell’ars pedatoria, se si segna poco (o scarseggiano le occasioni da goal) la colpa è degli attaccanti che non sono all’altezza della situazione ovvero, se quando le reti al passivo cominciano ad abbondare, allora vuol dire che i difensori non sono abbastanza forti.
In realtà bisognerebbe sempre andare a vedere che cosa c’è nella parte sommersa dell’iceberg, quella dove si annidano le cause delle criticità che emergono in superficie. Si scoprirà allora – e questo è proprio il caso dell’Alessandria – che se in avanti si segna poco ciò può esser dovuto soprattutto al fatto che gli attaccanti non ricevono i necessari rifornimenti e, se il pacchetto di difesa va in affanno è perché la linea mediana del campo non filtra come dovrebbe le altrui iniziative.
L’ottimo allenatore dell’Alessandria una prima risposta ai propri dubbi dovrebbe già averla ricevuta proprio in occasione dell’infausta partita casalinga contro il Parma allorquando, dopo aver sostituito in blocco l’intero reparto offensivo alla fine del primo tempo (decisione senza precedenti in questo campionato), non ha ottenuto molto di più dal nuovo tridente nella ripresa, fatta eccezione per l’occasione di Michele Marconi. In effetti, riguardando la genesi di tutte le azioni dei Grigi ci si rende conto come sia proprio in mezzo al campo che manca un’anima forte e di personalità sia in fase di costruzione che di contenimento.
E allora, se è legittimo che la società voglia ritornare sul mercato pensando anche agli attaccanti, quale piccolo consiglio suggerirei di guardare innanzitutto al baricentro.
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