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Il litigio fa la forza

“Libri per bambini” di Zelia Pastore

Bruno (un coniglio marrone) e Bigio (un coniglio grigio), abitano l’uno accanto all’altro e ogni mattina si salutano “con molta cortesia”. In fondo, tutto quello che li differenzia è il colore della pelliccia, perché mai non dovrebbero andare d’accordo? Presto, però, il coniglio marrone scopre che il coniglio grigio ha delle abitudini davvero insopportabili. Esattamente ciò che pensa il coniglio grigio delle usanze del suo dirimpettaio. Dal fastidio alle parole offensive alla zuffa è un attimo.

Ma ecco che una volpe affamata decide di farsi uno spuntino a base di coniglio: grigi o marroni, hanno tutti lo stesso sapore. Solo rappacificandosi e unendo le forze i due vicini potrebbero mettersi in salvo… È la trama de “Il litigio”, albo illustrato della casa editrice Babalibri a firma di Claude Boujon, per i bambini dai 3 anni in su. Perché leggerlo ai bambini? «Oltre che molto divertente, è un libro molto utile perché descrive una situazione che può essere vissuta quotidianamente dai bambini (ma anche dagli adulti)» spiega Simona Fico, pedagogista. «È molto semplice e concreto e spiega bene che il litigio e l’essere arrabbiati a volte ci fa comportare in modo sciocco, ci allontana e crea muri, come quello che Bruno costruisce per escludere Bigio».

Può essere utile in questo periodo per toccare il tema “guerra”?

«La guerra può essere vista come la conseguenza di un conflitto gestito male e senza comunicarsi le reciproche posizioni, la versione dei fatti di ognuno, sostanzialmente senza dialogo. La differenza è che i conigli non hanno armi, mentre le nazioni si. Alla fine i due protagonisti si ravvedono, perché il conflitto gestito male è estremamente rischioso. Si può far ragionare i bambini sul tema dell’importanza di trovare una soluzione comune davanti alla volpe di turno, per evitare di finire entrambi divorati. E di come è bella l’ultima pagina dove i due sono insieme, sani e salvi».

La versione di Bubi

Anche se questo libro le è stato letto più di 350 volte, alla frase: «Ehi, ma dove hai la testa? Abbassa quella radio, non riesco nemmeno a sentirmi sgranocchiare le carote», ogni volta Bubi (5 anni) scoppia in un incontenibile attacco di ridarola.

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