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Il linguaggio degli uccelli

“Il punto di vista” di Adriana Verardi Savorelli

È una mia idea che ho da tanti giorni… Più ascolto e leggo drammatiche notizie, più desidero cercare quelle buone che mi consolino e m’inducano a pensare che il mondo, nonostante tutto, è meraviglioso. Ogni giorno, di primo mattino, su un grande albero nel giardino della mia casa, si danno appuntamento alcuni uccelli. Per me è il nuovo giorno che inizia nell’armonia del creato.

Il loro cinguettio è festoso, vivace, poi silenzio… Riprendono… non so quanti siano, ma è chiaro che uno “parla” e l’altro o gli altri “rispondono”. Ricordo quando giovinetta, e in altra casa, piacevolmente interessata, avevo registrato al mattino e alla sera il dialogo degli uccelli per un confronto. Allegro il primo e tenue il secondo, anticipatore del riposo notturno.

Una curiosità mi è rimasta: quanto sarebbe bello conoscere cosa si dicono, queste piccole creature del cielo, libere di andare e ritornare… A me piace fantasticare e credo siano possibili relazioni dialoganti tra di loro. Ecco: l’uccello, ugola d’oro, il più anziano, ha voglia di “cantare” la sua gioia di vivere e invita tutti ad un appassionato coro.

Gli fanno subito eco con un melodioso cinguettio. Uno è timido e non osa “gorgheggiare” come gli altri, ma il vicino lo incoraggia guardandolo negli occhi e sbattendo le ali nel segno della solidarietà. C’è anche l’amico uccello pigro che ascolta ed interviene di rado. E quello che cosa fa? Ben accomodato su un ramo, quasi dormiente, si gode la bravura dei compagni e rinvia ad altro momento la sua entrata nel gruppo canoro.

Più lontano e solitario c’è il piccolino, nessuno se ne prende cura, ma ad un certo punto lui fa sentire la sua voce, diversa e acuta, chiede aiuto ai grandi, non sta bene… Silenzio… Tutti saltellano da un ramo all’altro per avvicinarsi e capire. Ha una grave ferita sul petto, poverino! Che fare? L’uccello, ugola d’oro e il più saggio, lo copre con le sue ali per confortarlo, sa che la morte è vicina e non lo abbandona più.

Il silenzio continua… Il sofferente ora può salutare in pace il radioso giorno, i suoi amati compagni d’avventura e chiudere gli occhi. Ha vissuto bene!

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