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Lettera aperta ai nuovi cresimati adulti

Vita della Diocesi

Carissimi Filippo, Andrea, Danilo, Riccardo, Fabiano, Mattia, Antonio, Amalia, Cesare, Mario, Valentina, Maria Francesca, Vincenzo, Nicole, Angelo,

domenica scorsa in Cattedrale è stato per me il Battesimo delle Cresime, come ha ironicamente commentato il Vicario Generale al termine della Celebrazione. È stato per me, infatti, la prima volta in cui, a nome delle vostre Comunità parrocchiali e dei vostri Sacerdoti, ho presentato al Vescovo dei Cresimandi adulti.

Non scriverò delle molte emozioni che mi hanno pervaso durante il Rito, perché non ho le capacità di raccontare a parole i moti dell’anima con un dettaglio tale da essere interessante per voi che leggete.

Vi voglio, invece, ringraziare per avermi fatto rivivere il momento in cui io ho ricevuto la Cresima. Mi avete dato l’occasione per rimettere a fuoco ciò che questo Sacramento è per la mia vita.
Nel corso degli anni è andata in me maturando un’idea, che ho sintetizzato in una sorta di slogan. Vorrei essere il miglior marito possibile per mia moglie, il miglior padre possibile per le mie figlie ed il miglior insegnante possibile per i miei studenti: insegnante per professione, marito per vocazione, padre per grazia. E per tanto che ci abbia provato, mi è assolutamente impossibile riuscire in questi tre ambiti. Capiamoci: non ritengo di essere particolarmente più cattivo della media nazionale né, analogamente, più bravo.

È solo che la mia esperienza mi ha portato a notare che i mille sforzi che uno fa per migliorarsi alla fine rischiano di lasciare con un pugno di mosche (che, detto tra parentesi, è una delle cose che domenica il Vescovo ha detto nella sua Omelia). Alla fine uno si deve arrendere all’evidenza che, se qualcosa di buono accade nella propria vita (e accade!), questo non è per i propri sforzi o i propri progetti, ma per un altro fattore. C’è chi lo chiama “destino” (con la “d” minuscola), chi “karma”, chi “caso”… insomma ognuno attribuisce ad un “qualcosa” il bene che accade. Personalmente all’indeterminato (e cieco) fato, preferisco la determinatezza di una Persona presente.

È questa la sfida di Gesù di Nazaret: dare un volto all’indeterminato, far coincidere con una Persona, viva e presente, la possibilità di essere un marito, un papà, un prof migliore. Perché sono bravo? Perché sono intelligente? Perché sono… (aggiungere altre qualità ad libitum)? No. Per pura grazia, per puro dono, per puro regalo. Lo stesso dono, regalo, grazia che vi è stato consegnato con quel segno “strano” che il Vescovo ha fatto su di voi.

E come si può decidere di lasciare un dono incartato ed in un armadio, così si può decidere di vivere come se niente domenica fosse successo. Oppure si può provare a vedere se il contenuto di quel dono “funziona”, se è della taglia giusta, di un colore che sta bene con il nostro incarnato. Ecco: quello che vi posso garantire è che tutte le volte che ho fatto queste “prove” mi sono stupito di come questa grazia fosse quello di cui avevo esattamente bisogno. E allora i rapporti cambiano, assumono una profondità diversa, un gusto più pieno, una luce nuova.

Non si sbaglia più? No, mi spiace deludervi: si continua, purtroppo, a prendere strade traverse. Ma sapendo che c’è una possibilità in più, quella che il male che uno fa (o che gli arriva addosso) non sia l’ultima parola. Che ci sia un orizzonte ultimo che si chiama perdono (che, ancora tra parentesi, è stato nominato dal Vescovo domenica nella sua Omelia). Si chiama misericordia, ovvero l’essere amati per il semplice fatto di esserci, prima ancora di aver dimostrato di essere buoni e prima ancora di aver sbagliato.

In questo, per esperienza, sta la somma convenienza dell’essere cristiani. Vi auguro di gustarvi l’opera dello Spirito Santo nelle vostre vite, di stupirvi della Sua fantasia nel tirare fuori da situazioni impossibili delle soluzioni impensabili.

La presentazione dei cresimandi al Vescovo, da parte di Leonardo Macrobio. Eccellenza Reverendissima, conscio del mio personale limite per quanto sto per fare, ma forte del mandato che Lei ha voluto darmi e della richiesta delle Comunità dalle quali provengono, Le presento questi Cresimandi. I loro Sacerdoti, con l’aiuto dei Catechisti, li hanno accompagnati nella formazione e li hanno introdotti nella vita della Chiesa. Io mi faccio loro portavoce nel chiedere che questi figli ricevano lo Spirito Santo perché abbiano la pienezza dei Suoi doni e siano dunque resi capaci di dare [piena] testimonianza della somma convenienza dell’essere cristiani. E voi, carissimi fratelli nella fede, accogliete il dono che tra poco vi verrà consegnato ed abbiatene cura. Usatelo e non abbiate timore di lasciarlo crescere e fruttificare nelle vostre vite, cioè in quel pezzo di mondo che vi è stato dato.

Vi chiamerò per nome, come ha fatto Gesù con i suoi Amici. Il vostro “Eccomi” sia il segno della vostra adesione libera al Signore che vi chiama.

  1. Filippo SANTIFICATO
  2. Andrea ZUCCOTTI
  3. Danilo ALAGI
  4. Riccardo MARINO
  5. Fabiano MARINO
  6. Mattia GRECO
  7. Antonio LONGO
  8. Amalia VIOLO
  9. Cesare COMBERLATO
  10. Mario NAPOLITANO
  11. Valentina INTILI
  12. Maria Francesca PISANO
  13. Vincenzo CONTE
  14. Nicole BAGLIERI
  15. Angelo MARISCA

Vi auguro che il Signore possa compiere, nelle vostre vite, l’opera grande e buona che oggi inizia in voi.

Leonardo Macrobio
Direttore Ufficio Catechistico Diocesano

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