Santuario del Sacro Cuore
Casa San Francesco:
Il Santo Padre ha concesso il privilegio a chi
prega davanti al presepe. Fino al 2 febbraio
Papa Francesco ha concesso l’indulgenza, dall’8 dicembre al 2 febbraio 2024, a tutti coloro che nelle chiese francescane si fermeranno a pregare davanti al presepe. Anche il Santuario del Sacro Cuore di Gesù, in via San Francesco d’Assisi ad Alessandria, ha ottenuto questo speciale privilegio. Ci spiega tutto p. Giorgio Noè.
Padre Giorgio, come si può ottenere questa indulgenza?
«Le condizioni sono quelle richieste dalla Chiesa: confessione, comunione eucaristica e preghiera per il Papa. In questa particolare occasione, pregando davanti al presepe si potrà lucrare l’indulgenza».
Quale valore ha questa indulgenza?
«È fermarsi davanti al mistero dell’Incarnazione per contemplare Dio che si è fatto uomo ed entra nella nostra vita, adesso. Per noi diventa occasione di un nuovo modo di vivere. In fondo, oggi Gesù prende la nostra natura umana, chiede di poter vivere nella nostra vita, fatta di tutte quelle realtà problematiche che conosciamo: a partire dalle guerre, fino a tutte le fatiche del quotidiano con cui le persone convivono. Fermarsi a pregare davanti al presepe significa chiedere di poter vivere con Gesù la realtà del mondo, di poterla guardare con i suoi occhi, di poterla servire con il suo amore, di poter fare la nostra parte perché non possiamo rimanere a guardare. Farlo non è semplice, abbiamo bisogno di una grazia particolare per poterlo vivere».
Quindi dobbiamo venire da voi?
«Sì, perché siamo l’unica chiesa francescana nella Diocesi di Alessandria… Pur non essendolo più!».
Cioè?
«Dal momento in cui l’ordine cappuccino ha lasciato il convento, ed essendo stato quest’ultimo acquisito dalla Diocesi, giuridicamente il Sacro Cuore di Gesù è una chiesa diocesana».
Quindi non veniamo da voi?
«Venite comunque da noi (sorride), e vi spiego il perché. Ci è sembrato importante mantenere una tradizione molto sentita dalla popolazione e dalla città di Alessandria, che ha sempre guardato al Santuario del Sacro Cuore come a una chiesa dei frati francescani. Allora abbiamo chiesto alla Penitenzieria apostolica il privilegio di poter beneficiare dell’indulgenza che papa Francesco ha concesso per le chiese francescane. In questa chiesa, la spiritualità francescana continua a sussistere e vorremmo che la gente continuasse a sentirla come tale. Il nostro Vescovo ha dunque scritto alla Penitenzieria Apostolica chiedendo questo privilegio, e con esso anche tutti i privilegi concessi alle chiese francescane, soprattutto per il Perdono di Assisi del 2 agosto. Pochi giorni fa è giunta la risposta favorevole, di cui siamo molto contenti».
Non c’è il rischio di considerare l’indulgenza come un indulto “meccanico”?
«Sì, ma dobbiamo cominciare a guardarla con occhi diversi, imparando che il Signore è molto più generoso di quanto pensiamo e concede ancor di più di quanto domandiamo! Pensate al buon ladrone: aveva chiesto a Gesù di ricordarsi di lui una volta giunto nel suo Regno, e invece Gesù gli promette che quel giorno stesso lui pure sarebbe entrato nel Regno! Sovrabbondanza di grazia… eccessiva, sproporzionata! Ed è così anche per noi: è vero, tecnicamente il perdono sacramentale concerne la remissione del peccato a cui è abbinata una pena, e l’indulgenza è la remissione della pena; questo che ci sembra un colpo di spugna, in realtà è la sovrabbondanza della sua misericordia. Dobbiamo essere grati di questo amore! L’indulgenza poi può esser applicata a se stessi o all’anima di un defunto. Poter celebrare anche questa grazia nel nostro Santuario significa offrire una ulteriore occasione di incontro con la Misericordia di Dio».