L’Anno giubilare volge al termine:
ne parliamo con don Santiago Ortiz
Don Santiago Ortiz, domenica scorsa si è svolta la tradizionale celebrazione in onore di San Massimo, con l’offerta dei Ceri fioriti. Com’è andata?
«Molto bene! Nonostante il gelido clima di gennaio, si percepiva concretamente il calore di chi ha partecipato: sia da parte delle autorità e dei rappresentanti delle categorie sia da parte dei fedeli presenti. Quest’anno, davvero la città era lì: tutte le generazioni, tutte le sfaccettature della nostra Valenza».
Esattamente un anno fa è iniziato questo Anno giubilare straordinario per i 400 anni del Duomo…
«Certo, in teoria si sarebbe dovuto concludere proprio con la Festa di San Massimo, ma abbiamo però valutato di avere una Celebrazione dedicata esclusivamente alla conclusione di questo Anno di Grazia».
E dicci, in questo anno cosa ti ha colpito di più?
«C’è stato tanto movimento di popolo: diversamente dagli altri anni, i Ceri fioriti sono stati offerti lungo tutto l’anno, con una maggiore e migliore partecipazione. Credo sia stata una festa straordinaria nell’ordinario e i valenzani che ci tengono, che hanno un cammino di fede alle spalle, hanno saputo apprezzare e valorizzare questa occasione».
Qual è stato il segno più forte di questo anno?
«Ho visto tanti cuori cambiati. Tante, tantissime confessioni: mi sono stupito! La gente ha capito il senso del Giubileo, specialmente per l’indulgenza applicabile ai defunti, tant’è che il numero delle Messe in suffragio è aumentato notevolmente».
Ma non è finita qui: il 10 febbraio c’è un appuntamento importante, vero?
«Sabato 10 febbraio alle 17.30 concluderemo ufficialmente il Giubileo con la chiusura della Porta Santa. Segno dell’importanza di questo gesto è la presenza del cardinal Mamberti, Prefetto del Supremo tribunale della Segnatura apostolica. Inizialmente avremmo dovuto ospitare il cardinal Piacenza, Penitenizere maggiore: è proprio lui che ha concesso questa indulgenza particolare attribuita al nostro Duomo, ma per impegni precedenti non potrà essere presente».
E quindi di questa Porta cosa farete?
«La Porta Santa verrà chiusa murandola dall’interno. All’interno di questo muro verrà sigillato anche ciò che prevede il rito: una pergamena recante la data di apertura a opera del nostro Vescovo, cosa è successo in questo anno e la data di chiusura proprio con il cardinal Mamberti. Inoltre anche alcune monete, proprio come la Porta Santa in Vaticano, ma in piccolo. E poi, tra 50 anni, a Dio piacendo, i valenzani potranno vedere riaperta la “loro” Porta Santa»
Cosa auguri a Valenza da qui al prossimo Giubileo?
«Auguro che i semi che il Signore ha saputo gettare nei cuori dei più giovani e delle famiglie possano portare frutto per una fede più autentica, più vera, con un cuore di carne anziché di pietra. Auguro che la misericordia di Dio non sia solo qualcosa da festeggiare, ma che sia qualcosa da praticare. Che sgorga dalle nostre azioni, a partire dalle mie (sorride)».
C’è qualcuno che vuoi ringraziare?
«Un grazie di cuore a chi ha permesso, attraverso la propria disponibilità e le proprie risorse, che questo anno prendesse forma: dai benefattori, al coro, passando da chi ha tenuto aperta e curato la Chiesa. Un grazie particolare al Comitato d’onore e all’Amministrazione che ci hanno supportato, e ancora di più a Michele Piccioni. È lui che si è fatto carico della gestione concreta di questi anno di eventi».
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