Sabato 18 e domenica 19 maggio il corso per
animatori di oratorio nella parrocchia di Solero
«L’animatore è appassionato, ha dei talenti ed è disponibile ad acquisire nuove competenze. Ma è anche un animatore che trova il coraggio di dedicarsi alle relazioni, e che è in ricerca in termini spirituali». Per Silvia Bortolotti, referente della formazione nazionale Anspi, questo è l’identikit dell’animatore oggi. Sabato 18 e domenica 19 maggio, nella parrocchia di Solero (in piazza della Libertà), sarà proprio lei a tenere il corso per animatori di oratorio in preparazione dell’attività estiva, insieme con altri formatori Anspi. Le abbiamo chiesto di spiegarci bene che cosa c’è “dentro” a questa proposta.
Silvia, ci spiega di che cosa si tratta?
«Con questo corso prepariamo gli animatori del “Grest” che andranno a realizzare le attività estive della zona e che fanno capo a Quargnento, Solero e parrocchie limitrofe. Tutti gli anni i ragazzi si preparano sulle competenze e sui temi che saranno necessari per realizzare questo momento di oratori estivi per bambini e preadolescenti».
Un incontro formativo realizzato a partire da un progetto già esistente…
«Sì, questo percorso formativo nasce a seguito del progetto “Ora ti incontro”. Noi formatori nazionali, negli scorsi mesi, abbiamo visitato 250 oratori Anspi in tutta Italia, nelle varie regioni. Un momento di incontro per accompagnare, ascoltare e far sentire la nostra vicinanza a queste realtà. Ma anche un’occasione per comprendere e presentare gli orientamenti del lavoro Anspi in termini di contenuti».
Chi parteciperà al corso?
«Parteciperanno animatori adolescenti che svolgono un servizio volontario, insieme a qualche educatore. Rifletteremo su che cosa significa scegliere di essere animatore oggi. È un percorso, non è un approdo immediato: una scelta che piano piano matura, e nasce dall’invito dei parroci per coinvolgere e far sentire protagonisti in oratorio i più giovani. Si parte dalla gioia di essere coinvolti in questo stare con gli amici con entusiasmo, in un periodo meno denso di impegni. Poi, però, questa scelta chiede di essere vissuta appieno e ha delle responsabilità. L’oratorio è un ambiente in cui il più grande si prende cura del più piccolo. Quindi gli animatori diventano esempi e testimoni».
Fare l’animatore è una vocazione?
«Fare l’animatore è un percorso che richiede una assunzione di responsabilità, non formale ma appassionata. Ed è una decisione che, se consapevole, porta sempre a una maturazione. Ognuno “spreme” il talento e la capacità che ha, facendo così diventare i ragazzi protagonisti. Ma questo percorso richiede anche la maturazione di una relazione personale con Dio. Non è una attività solo di gioco o di animazione, ma un’attività che, attraverso l’animazione, cerca di promuovere una relazione con Dio. Tutto ciò necessita di incontri, formazione, esperienze».
Che cosa vuol dire far parte dell’Anspi?
«Significa essere innamorati dell’oratorio e disponibili a mettersi al servizio delle comunità parrocchiali, per lavorare insieme a tutte le realtà che vogliono prendersi cura dei ragazzi. Noi non ci sostituiamo alla parrocchia, ma lavoriamo “con” la parrocchia».
Un invito per sabato e domenica?
«Lo faccio così: se hai voglia di immergerti nella passione, nell’entusiasmo, nelle scoperte che ti può regalare l’attività estiva dell’animatore, vieni e partecipa “a gonfie vele”. Che è oltretutto il tema che proponiamo quest’anno».
Per informazioni: don Mario Bianchi (329 8046432); Giulia (366 1705058).
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A.V.