L’Editoriale di Andrea Antonuccio
Care lettrici,
cari lettori,
su questo numero troverete diversi spunti di riflessione, a partire dall’intervista (leggi anche I giovani al centro dei Lunedì di Quaresima) al professor Renato Balduzzi, “anima” degli incontri diocesani dedicati ad Avvento e Quaresima. A pagina 5 leggerete il dialogo (Le Ceneri: un cammino di fede) il sottoscritto e don Giovanni Guazzotti, storico parroco di San Baudolino, sul tema del Mercoledì delle Ceneri (il 26 febbraio). A un certo punto don Giovanni, a una mia precisa domanda, ha risposto così: «Le Ceneri dunque ci richiamano alla nostra realtà di persone che vanno verso la morte; ma in questo andare c’è l’orizzonte nuovo inaugurato da Gesù con la risurrezione che illumina il nostro cammino». Persone che vanno verso la morte, questo lo sappiamo tutti (anche se tendiamo a dimenticarcene). Ma anche persone che hanno incrociato, per grazia, quell’orizzonte nuovo che è la risurrezione di Gesù Cristo. Sembrano parole buone, se non fosse che poi alla fine rischiano di ridursi a un sillogismo consolatorio ben poco rilevante nella realtà di tutti i giorni. Eppure, a me hanno lasciato un segno profondo.
Perché? Perché sto vivendo un’esperienza di “persone che vanno verso la morte”: un mio amico carissimo, di 53 anni, sta per lasciare questo mondo per un brutto male che non gli dà scampo. Ha una moglie bellissima, due figli stupendi e un lavoro al top. Eppure tutto sta per finire… dov’è allora l’orizzonte nuovo della risurrezione? Io lo sto vedendo nel bene generato dalla sofferenza del mio amico (per me, figlio unico, è un fratello). Anche una conversione inaspettata, tra l’altro… La sua vita è un seme che muore e dà frutto. Per questo ho colto le parole di don Giovanni non come un’omelia ma come la verità delle cose: la risurrezione è possibile anche nella situazione più drammatica. Ma per capire la Parola deve accadere qualcosa, nel cammino, che ci apra gli occhi.
direttore@lavocealessandrina.it
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