L’Editoriale di Andrea Antonuccio
Care lettrici, cari lettori,
vi ringrazio per i numerosi messaggi che mi avete rivolto dopo il mio editoriale “di rientro” sulle pagine di Voce. Un testo che con mia grande sorpresa è stato ripreso anche da VaticanNews e da altre testate.
Purtroppo non posso ancora partecipare alla vita di redazione: malgrado la mia condizione fisica sia buona, devo stare a riposo, lontano da cellulari e computer (lo stress gioca brutti scherzi). Una pausa però me la sono presa, perché vorrei dirvi cosa mi sta più a cuore oggi. E già, perché, mercoledì 6 maggio, è il mio 52° compleanno, che sto festeggiando in casa (ovviamente) con mia moglie e i miei figli, accompagnato dagli auguri di tantissimi amici.
Per trasmettervi il mio stato d’animo, vi propongo un dialogo tratto dal libro “Lettere di fede e amicizia” (Edizioni San Paolo, 2007), che riporta la corrispondenza tra don Luigi Giussani, il sacerdote che mi ha reso familiare la fede, e monsignor Angelo Majo, suo compagno di seminario e amico per la vita.
Eccolo: «Carissimo, è la prima volta ch’io ti faccio gli auguri per il tuo compleanno. È la prima volta che ne so la data. E nel compiere questo lieve atto di amicizia provo una gioia così grande, ch’io mi meraviglio di me stesso. Immagini se tu non fossi nato, quale meravigliosa cosa di meno ci sarebbe al mondo? Una meravigliosa cosa che c’è perché è tutta un dono. Il compleanno è il giorno in cui fisicamente si sente l’amore di Dio che ci ha fatti, potendoci non fare: “prior dilexit nos”: ci si sente “fatti”, con stupore. È il giorno in cui si adora nostro papà e nostra mamma: lo strumento sensibile. Crea tante altre cose meravigliose!».
L’amore di Dio che ci ha fatti, potendoci non fare: mi auguro di mantenere il più possibile questa consapevolezza. È l’augurio che faccio anche a voi, carissimi lettori.