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Riaprono i locali della movida: ma le norme vengono rispettate?

Parla un operatore del settore

«Per la maggior parte delle persone che vengono nei locali l’emergenza è finita…». A dircelo è un giovane alessandrino, che di professione fa il bartender nelle discoteche, sia ad Alessandria che in Liguria, che ha preferito rimanere anonimo. Da qualche settimana, anche nella nostra città, hanno riaperto i locali notturni: tra paura e incertezza, per i più giovani rimane la voglia di divertirsi. Ma le norme di distanziamento sociale vengono davvero rispettate?

Quando hai svolto il tuo primo servizio post Covid-19?
«L’ho fatto a Santa Margherita Ligure il 27 giugno. Noi del personale abbiamo tenuto durante tutta la serata la mascherina, mentre la gente doveva indossare la mascherina solo all’entrata del locale. La pista da ballo è stata allargata e bisognava tenere il distanziamento di due metri, e questo ha portato a ridurre il numero delle persone all’interno. In alcuni locali c’è l’obbligo di prenotazione, ma se qualcuno si presenta all’entrata viene fatto comunque entrare. L’ambiente era sereno e disteso, non ho visto persone preoccupate per la situazione».

Ad Alessandria invece?
«Ho iniziato venerdì 17 luglio. Anche qui la situazione è abbastanza tranquilla, ma ho visto molta più responsabilità: alcuni clienti tenevano la mascherina, rispettando il distanziamento sociale per tutta la serata. Il servizio viene svolto indossando sempre la mascherina: possiamo dare il cocktail normalmente, ma i clienti devono stare a un metro dal bancone e distanziati in fila. E questo non è per nulla facile».

Gli imprenditori hanno avuto aiuti dalle istituzioni?
«I locali non hanno avuto alcun aiuto economico. Per questo qualche locale invernale il prossimo anno non riaprirà, sia per problemi economici che per le restrizioni. Oggi lavoriamo perché siamo nella stagione estiva, con strutture all’aperto, quindi è possibile attuare queste norme. Ma per questo inverno sarà davvero difficile…».

Hai paura quando sei a contatto con così tante persone?
«Quando lavoro al mare il timore di prendere il virus c’è, perché arrivano molte persone da varie regioni. Molti ragazzi che conosco hanno deciso di non lavorare proprio per questo. Però tengo la mascherina e cerco di mantenere le distanze».

Secondo te un imprenditore riesce ad applicare queste norme?
«Dal mio punto di vista sono regolamenti poco applicabili all’esterno, figuriamoci in discoteca. Faccio un esempio: nei tavoli del privé (sala o tavolo in una zona riservata all’interno della discoteca, ndr) in cui ci sono sette o otto persone sedute, è improbabile mantenere il distanziamento. Un imprenditore viene portato a fregarsene delle regole, perché viene prima il guadagno. La paura c’è, però c’è anche il bisogno economico. Personalmente non avrei mai fatto aprire i locali in questo modo, il rischio è troppo grande. Chi scrive queste leggi, evidentemente, non ha ben chiaro come funzionano le cose nel nostro settore».

Alessandro Venticinque

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