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La bici fa bene? Fin da piccoli!

La pediatra Sabrina Camilli

“Tutti a scuola in bici” per il 3 giugno, in occasione della Giornata Mondiale della Bicicletta: è questo l’invito della Federazione italiana ambiente e bicicletta (Fiab) che quest’anno dedica l’appuntamento ai temi del “Bike to school” con una campagna promossa in collaborazione con Società italiana di pediatria (Sip) e con una serie di iniziative in bicicletta rivolte agli studenti in ogni età e alle loro famiglie, promosse dalle associazioni Fiab sul territorio, ma anche dai comuni e dagli istituti scolastici di tutta Italia. In un’epoca in cui si parla tanto di salute e prevenzione, l’attività motoria quotidiana, come andare in bicicletta, rappresenta un’abitudine fondamentale, raccomandata anche dai pediatri e dall’Oms.

Abbiamo chiesto alla dottoressa Sabrina Camilli di aiutarci a capire tutte le potenzialità delle due ruote per la salute dei nostri bambini.

Dottoressa, a che età i bambini hanno la competenza motoria per andare in bici?

«Tra i 3 e i 6 anni il bambino raggiunge delle buone competenze motorie con una coordinazione di tipo semplice, ovvero per ottenere lo spostamento del proprio corpo attraverso lo spazio al fine di raggiungere oggetti e persone o per il solo puro piacere, quindi correre, frenare, cambiare direzione. Le coordinazioni complesse riguardano invece, per esempio, il saltare a piedi pari, il salire e scendere le scale e anche andare sul triciclo: questa è una tappa importante, un prerequisito per guidare poi bene una bicicletta. Imparare a pedalare, aumentare la velocità, mantenere l’equilibrio, controllare il manubrio per cambiare direzione: tutte queste abilità si consolidano intorno ai 4-5 anni, con il passaggio intermedio dell’uso della bici con le rotelle. Intorno ai 5-6 anni il bambino può quindi acquisire la capacità di mantenere l’equilibrio e di andare senza problemi sulla bici senza rotelle».

Che benefici apporta uno stile di vita attivo sin dall’infanzia?

«Andare in bici è innanzitutto un gioco per il bambino, un modo per muoversi: può diventare uno sport vero e proprio ma anche l’occasione per stare in mezzo alla natura e condividere momenti ameni con amichetti e familiari. Si tratta di un’attività fondamentalmente aerobica che aumenta la capacità dei polmoni, la potenza dei muscoli delle gambe e la resistenza del cuore. Se la sella e il manubrio sono regolati in modo corretto, non è dannoso per la schiena del bambino».

Ad Alessandria secondo lei è un’opzione praticabile?

«Ci sono alcune aree in cui questo è possibile: sulle piste ciclabili ho sempre un certo timore visto il traffico presente in città. Consiglio sempre e comunque l’uso del casco protettivo in bici. Oggi i bambini, come ho già riferito in precedenza, tendono molto a una vita sedentaria. Ma ci sono anche tanti bambini i cui genitori sono pronti a spronarli continuamente per fare attività fisica e per farli andare in bici: purtroppo non tutti hanno il tempo e la possibilità di poterlo fare. Ricordo che l’attività fisica in generale oltre a dare un benessere fisico apporta un benessere psichico e migliora anche lo stato immunitario: ci sono ormai tantissimi studi che lo confermano».

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