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La pelle dei bambini al sole/2

La pediatra Sabrina Camilli

A cosa serve la vitamina D, quali benefici apporta l’esposizione al sole, che creme solari prediligere: tutto questo l’abbiamo imparato nello scorso numero, prima tappa del nostro viaggio tra i suggerimenti per portare i bambini al mare in serenità. Oggi con la dottoressa Sabrina Camilli vediamo come fare in caso di scottature e le regole per un “bagnetto” sicuro.

Dottoressa, a cosa bisogna prestare attenzione quando esponiamo i bambini al sole?

«In estate dalle 11.30 alle 16.30 i bimbi non dovrebbero stare esposti ai raggi del sole, soprattutto in spiaggia con la rifrazione dell’acqua del mare o in alta montagna, per evitare scottature».

Che cosa succede se un bambino si scotta?

«Se avviene, la pelle diventa calda e il bambino può avere questa progressione: da un eritema solare con arrossamento della pelle al gonfiore, al bruciore, passando per il prurito cutaneo fino ad arrivare allo sviluppo di vescicole acquose simile a quelle prodotte dalle ustioni di primo grado, anche se meno gravi. Tutto questo accade perché il sole rompe i legami delle principali proteine che formano l’epidermide, come il collagene e l’elastina e provoca la fuoriuscita di siero dai vasi sanguigni. Le scottature solari più importanti possono dare anche febbre, nausea e vomito».

Come bisogna intervenire?

«Quando siamo in presenza di un eritema solare con i segni precedentemente elencati ovvero arrossamento della pelle, gonfiore, prurito, bruciore è meglio consultare il pediatra per poter curare al meglio il bambino. È quindi importante imparare ad approfittare di questo bene del Creato così prezioso, il sole, con saggezza e attenzione, per poter così godere solo dei benefici che porta all’organismo umano».

E per quanto riguarda il bagno in mare, potrebbe chiarirci l’annoso quesito «quanto tempo bisogna aspettare dopo il pasto»?

«Ciò che importa è la temperatura dell’acqua: la congestione avviene per il freddo dell’acqua. Si evince che se l’ambiente dove il bimbo fa il bagno è caldo e l’acqua anche, si può fare il bagno anche subito dopo il pasto. Altrimenti inizia il processo digestivo e allora è meglio aspettare che finisca, almeno nella sua parte principale: è quindi necessario attendere le due ore. Queste indicazioni valgono sia per il bagnetto dei neonati in casa sia per il bagno dei bambini al mare: l’acqua deve essere abbastanza tiepida e anche l’ambiente deve essere caldo. Per questo motivo vanno evitate le immersioni in giornate ventose con aria fredda. Per i più piccoli si può optare per una piccola piscinetta da riempire con acqua di mare: l’ideale è lasciarla intiepidire prima di far immergere il piccolo. Per i bambini più grandicelli sempre smaniosi di fare il bagno consiglio un pasto leggero a pranzo in modo che la digestione sia facilitata. E una volta usciti dall’acqua, una bella merenda a base di frutta fresca, ricca di vitamine e sali minerali. Bisogna poi intendersi sul concetto di pasto leggero: una porzione di lasagna non è un pasto leggero. Più grassi e carboidrati sono contenuti nel pasto, più è impegnativa la digestione».

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