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La fede cattolica e l’economia

“La recensione” di Fabrizio Casazza

La fede cattolica ha qualcosa dire a proposito dell’economia? Certamente sì perché quest’ultima riguarda la produzione di beni e servizi in favore delle persone e dei popoli. Nel momento in cui si operano scelte che toccano la dignità dell’essere umano l’etica è chiamata in causa, come bene illustrano due saggi pubblicati da Edusc.

Storia del pensiero economico e fede cristiana è una raccolta – curata da Martin Schlag e Andrea Roncella – di saggi di vari autori, che indagano sull’apporto che il cattolicesimo ha fornito nell’elaborazione e comprensione delle scuole di pensiero economico più note. Il testo nasce nell’ambito di seminari tenutisi nel decennio scorso presso la Pontificia Università della Santa Croce a Roma. Non avendo la possibilità di entrare nel dettaglio di tutti i contributi, segnaliamo come idea in qualche modo unificante del percorso la seguente osservazione di Stefano Zamagni, Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali: occorre «vivere l’esperienza della socialità umana, all’interno di una normale vita economica, né a lato, né prima, né dopo. Essa ci dice che i principi “altri” dal profitto e dallo scambio di equivalenti possono trovare posto dentro l’attività economica» (p. 152).

Così si supera l’insufficiente visione dell’economia come luogo eticamente neutrale basato unicamente sul principio dello scambio di equivalenti. Quindi «i tre principi dell’ordine di mercato – scambio di equivalenti, redistribuzione, reciprocità – devono stare tra loro in una relazione moltiplicativa, non additiva. Questo significa che tutti e tre i principi devono essere simultaneamente all’opera, se si vogliono attivare circoli virtuosi» (p. 155). Un approfondimento su un autore specifico è offerto da Marta Rocchi in MacIntyre e l’etica della finanza, che indaga sul pensiero del filosofo di origini scozzesi Alasdair MacIntyre, uno dei principali fautori del ritorno alle virtù secondo la tradizione aristotelico-tomista nel corso del XX secolo.

Dall’ambito dell’etica il libro propone di valorizzarne la riflessione anche in ambito finanziario. I due testi si collocano nella linea del Magistero pontificio, e in particolare dell’insegnamento di papa Francesco, per il quale la fede cristiana ha una naturale dimensione sociale che la porta a promuovere un modello economico nutrito di equità e giustizia, che includa poveri e popolazioni in via di sviluppo, libero dalla corruzione e dall’idolatria del denaro, in cui la finanza sia a servizio della persona.

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