Madonna della Salve 2022
Domenica 8 maggio alle ore 16 ritornerà finalmente la processione in onore della Madonna della Salve, Clementissima Patrona della diocesi di Alessandria. Era dal 2019 che le vie della nostra città non venivano “visitate” dalla Protettrice celeste, a cui tanti alessandrini affidano le loro preoccupazioni, e che ringraziano per le Grazie elargite. Abbiamo chiesto a don Gianni Toriggia (nella foto), Vicario generale diocesano e parroco della Cattedrale, di raccontarci che cosa accadrà.
Don Gianni, quale sarà l’itinerario della processione?
«Sarà il solito: via Parma, piazza della Libertà, corso Roma, via Modena, via San Giacomo della Vittoria, poi di nuovo piazza della Libertà, via Parma e rientro in Cattedrale, dove intorno alle 18 sarà celebrata la Santa Messa. La novità di quest’anno è che durante la settimana ritorneranno i pellegrinaggi delle parrocchie, che parteciperanno già come Unità pastorali: porteranno davanti alla Madonna il loro cammino comunitario. Intanto, speriamo che dopo questi due anni di “riflessione” vi sia una ripresa e una folta partecipazione».
In questi ultimi anni ci siamo abituati a fare tutto “da casa”. Messe (e processioni) incluse…
«Certo, però dobbiamo uscire dall’emergenza e, per quanto si può, essere presenti di persona. Questo per le celebrazioni, le processioni e le devozioni come la Via Crucis o il Santo Rosario. Siamo nell’anno di San Pio V, di cui quest’anno si festeggiano i 450 anni dalla morte, che ha dato forza e ha incrementato questa devozione, insieme all’Ordine domenicano».
Adesso si prega pochissimo…
«Ultimamente vedo il ritorno al Santo Rosario. Ricordo che negli Anni 70, dopo Paolo VI, c’era stato il cosiddetto “inverno mariano”: la Madonna messa in secondo piano. Poi, la ripresa con Giovanni Paolo II: il suo motto pontificale “Totus tuus” ha espresso il suo affidamento alla Madonna, dopo aver letto e meditato il “Trattato della vera devozione a Maria” di Luigi Maria Grignon de Montfort. Dalla granitica devozione del Papa è ripartita la devozione alla Madre del Cielo».
Don Gianni, tu sei in Cattedrale da 22 anni: hai visto (e chiesto) di tutto. Quest’anno che cosa chiederai alla Madonna della Salve?
«Di crescere con Lei come comunità, pensando alle Unità pastorali. Perché il nome “Salve” è stato sempre letto come un acronimo: “Sempre Alessandria La Vergine Esaudisce”. La prima parola di Cristo in croce è stata: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”. Abbiamo un Padre pronto a perdonare. La seconda: “Donna ecco tuo figlio, figlio ecco tua Madre”. Dobbiamo vivere in compagnia e alla scuola di Maria che ci porta da Gesù. Se noi viviamo questo, Maria ci rivela suo Figlio».
Come si può vivere con Maria nella concretezza della giornata?
«Leggere il Vangelo e interpretare per noi gli atteggiamenti di Maria è veramente una scuola di vita spirituale. Per esempio, “Eccomi sono la Serva del Signore”: la disponibilità della mia vita, che davanti a Dio è carta bianca. Oppure “Avvenga per me secondo la tua parola”: Maria dice a Dio di scrivere quello che vuole nella sua vita. Poi il Magnificat e la scelta di campo: sceglie la vita semplice, con i poveri, nella lode di Dio. E lo Stabat, la condivisione delle sofferenze con quelle di Gesù; la Communio, Maria nel cenacolo che attende lo Spirito Santo. Bella la frase che dicono essere di Hans Urs von Balthasar: “Maria ha visto negli apostoli coloro che sono chiamati a continuare l’opera di suo Figlio. Ma gli apostoli han visto in Lei, nel suo volto, Gesù stesso”. Perché Maria ha dato anche i suoi tratti somatici, è vera Madre di Dio. Maria, che ritrova Gesù nel tempio, ci invita ad accogliere con fede la volontà di Dio nella nostra vita, che a volte non coincide con i nostri progetti: “Lei meditava nel suo cuore queste parole”. Dobbiamo capire che la nostra vita è scritta dal Signore, se ci affidiamo a Lui. A questo si aggiunge anche tutta la letteratura di grandi scrittori che vedono in Maria una sublime maestra di vita spirituale. E il Rosario stesso è una scuola di vita spirituale. Potremmo dire che è “l’atelier della Madonna”: quando prendiamo in mano il Rosario, è come se Maria ci prendesse per mano per tessere nel nostro cuore la figura di Gesù».
Come si fa a diventare figli di questa donna meravigliosa?
«Bisogna affidarsi a Lei, accettarla come Maestra di vita. Chiediamole che ci porti a scoprire nella fedeltà la Parola di Dio, a rompere la “crosta” della Parola di Dio per coglierla fino in fondo. Maria è assunta in Cielo, e che cosa fa? La Liturgia dice che è “studiosa nostri”. Tradotto in un linguaggio semplice: le studia tutte e intercede per noi. Maria in Cielo ci dice anche l’atteggiamento da tenere, ovvero essere persone che nella vita adorano Gesù. Anche quando nel Padre Nostro diciamo: “Sia fatta la tua volontà, come in Cielo così in Terra”. Vuol dire che dobbiamo imparare dalla vita del Cielo, che è vita di adorazione e di carità, per poterla in qualche modo vivere anche sulla Terra».
Don Gianni, ci puoi raccontare un desiderio che hai espresso alla Madonna della Salve, e che è stato esaudito?
«Quando ero rettore del Seminario ho mendicato il dono delle vocazioni. Ho chiesto alla Madonna che ogni anno mi desse una vocazione per la Diocesi: e Lei è stata sempre di parola. Anche in momenti di difficoltà economica, quando ero rettore, mi ha sempre fatto incontrare persone che mi hanno messo in mano una somma di denaro. Portando la Madonna per le vie della città, dicevo sempre: “Chissà, la Madonna vede e guarda”. Vede coloro che si affidano a Lei, che la pregano, che hanno fede, ma guarda anche tante persone lontane dalla fede. Consola i sofferenti, e considera suoi figli anche quelli che non si sognano neppure di pensarLa… ma Lei è una Madre, ed è per questo che la portiamo in giro per la città. Nel “Missel des dimanches“, un messale della domenica molto diffuso in Francia, un autore ha scritto: “La fede cresce anche camminando”. Dobbiamo riprendere i pellegrinaggi e le processioni, dobbiamo muoverci!».
Andrea Antonuccio
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