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Monsignor Galliano

“Mi ricordo…” di Flavio Ambrosetti

Il 3 maggio 2022 la sala San Guido, attigua alla cattedrale di Acqui Terme, era affollata di persone, autorità religiose, militari e civili. L’occasione era importante. Sono stati presentati i documenti, frutto di accurate ricerche archivistiche, riguardanti la generosa attività di monsignor Giovanni Galliano (nella foto), che fu parroco della cattedrale di Acqui, durante il periodo delle tragiche “leggi in difesa della razza”.

L’obiettivo dell’Associazione Monsignor Giovanni Galliano, che ha curato l’iniziativa, è di conferire a monsignor Galliano il riconoscimento di “Giusto tra le Nazioni”: per questo sono stati sono stati presentati nell’assemblea i documenti da sottoporre alla valutazione dello Stato di Israele per questo atteso onore. In sala erano presenti: il Vescovo, monsignor Luigi Testore, il parroco della Comunità San Guido don Giorgio Santi, il comandante della stazione dei Carabinieri, la presidente del consiglio comunale acquese signora Trentini, il direttore del settimanale di Acqui, L’Ancora, dottor Mario Piroddi, il sindaco di Morbello, paese natale dell’eroico e generoso don Galliano, il sindaco di Spigno, e altre personalità; tra esse la professoressa Ponzio che seguiva il monsignore, già anziano, nella composizione dei testi.

La presidente del consiglio comunale di Acqui Terme ha detto di «non aver conosciuto don Galliano ma di aver capito quanto il suo ricordo sia presente nei cittadini». Analoghe espressioni sono state pronunciate dal comandante dei Carabinieri. Il Vescovo monsignor Testore ha sottolineato, pur non avendolo conosciuto direttamente, il valore pastorale e la capacità di comunicare di don Galliano. In un breve ma opportuno intervento don Giorgio ha ricordato il coraggio e la generosità del parroco della cattedrale e ha aggiunto la figura di don Luigi Mazzarello, che al santuario della Rocchetta di Lerma nascose e salvò una intera famiglia di Ebrei con rischio personale; don Mazzarello è già stato proclamato “Giusto tra le Nazioni”. È da sottolineare la ricca ricerca del prof. Vittorio Rapetti, che ha presentato un aspetto interessante: «Monsignor Galliano è stato testimone di unione poiché è stato capace di essere un punto di comunione tra varie diversità».

Concordo del tutto con questa affermazione anche per i ricordi personali. La parte più accurata dell’evento, molto applaudita dai presenti, è stata esposta dalla professoressa Luisa Rapetti: sulla base di precise ricerche di archivi ha raccolto i documenti dell’opera di nascondimento delle donne ebree presso le Suore Francesi di Acqui e presso il monastero di clausura delle Passioniste di Ovada. Per gli uomini la situazione era più complessa ma don Galliano riuscì, pur con rischi e difficoltà a salvare Ebrei maschi. Ricordo di aver invitato monsignor Galliano a parlare ai miei alunni del Classico di Acqui sulla storia del periodo 1943/45, nell’attenzione generale.

Don Galliano fu a lungo docente di Religione al Classico e fu per lui una gioia tornare. Ho saputo che anche nell’istituto ove insegnavano Vittorio Rapetti e Luisa Rapetti è stata presa analoga iniziativa didattica. Ricordo: monsignor Galliano sapeva, con apertura di mente e di cuore, comunicare coi giovani studenti. Tutti i presenti alla riunione erano favorevoli affinché lo Stato di Israele proclami monsignor Giovanni Galliano “Giusto tra le Nazioni”. Non ricordo una iniziativa con tanta convinzione dello scopo proposto.

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