La situazione nei seminari e nelle parrocchie: i numeri che preoccupano
Secondo i dati dell’Annuario pontificio, nell’arco di mezzo secolo le nuove vocazioni in forza alla Chiesa cattolica sono diminuite di oltre il 60% passando dai 6.337 del 1970 ai 2.103 del 2019. Per quanto riguarda i sacerdoti, nel 2020 il totale è pari a 31.793 unità. Erano 38.209 nel 1990: il calo, in trent’anni, è stato del 16,5% con 6.416 sacerdoti in meno, ma solo negli ultimi dieci anni il numero di preti è diminuito dell’11%. Il clero italiano si “conta”, e fa i conti con una emorragia di vocazioni che sembra inarrestabile. Esiste una “ricetta” per fermarla? Lo abbiamo chiesto a don Mauro Bruscaini, rettore del Seminario vescovile della Diocesi di Alessandria, e al giovane seminarista Matteo Chiriotti. Buona lettura!
I dati relativi ai sacerdoti
I dati relativi ai seminaristi
Il Papa ai seminaristi
Un sacerdote può essere molto disciplinato, può essere capace di spiegare bene la teologia, anche la filosofia e tante cose. Ma se non è umano, non serve. Che vada fuori, a fare il professore. […]
Ma se non è umano non può essere sacerdote: gli manca qualcosa. Gli manca la lingua? No, può parlare. Gli manca il cuore. Tra le mura del Seminario dilatate i confini del cuore, estendeteli a tutto il mondo, appassionatevi di ciò che “avvicina”, “apre” e “fa incontrare”. Diffidate delle esperienze che portano a sterili intimismi, degli “spiritualismi appaganti”, che sembrano dare consolazione e invece portano a chiusure e rigidità.
Vigilate perché non accada che la liturgia e la preghiera comunitaria diventino celebrazione di noi stessi. Arricchite la preghiera di volti, sentitevi già da ora intercessori per il mondo. E aggiunge: E se tu ti arrabbi con Dio, fallo: perché arrabbiarsi con il papà è un modo di comunicare amore. Non avere paura: Lui capisce quel linguaggio, è padre.
Il clericalismo è una perversione del sacerdozio: è una perversione. E la rigidità è una delle manifestazioni. Quando io trovo un seminarista o un giovane sacerdote rigido, dico “a questo succede qualcosa di brutto dentro”. Dietro ogni rigidità c’è un problema grave, perché la rigidità manca di umanità. Spiritualità: la preghiera non sia ritualismo, ma occasione di incontro personale con Dio, di dialogo e confidenza con Lui.
Vigilate perché non accada che la liturgia e la preghiera comunitaria diventino celebrazione di noi stessi. Arricchite la preghiera di volti, sentitevi già da ora intercessori per il mondo.
Papa Francesco
Discorso alla comunità del Pontificio seminario regionale marchigiano Pio XI di Ancona
Sala Clementina, giovedì 10 giugno 2021
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