La Voce Alessandrina Settimanale della Diocesi di Alessandria
Il momento che sta attraversando l’Alessandria è uno di quelli, ai più certamente ciò sfugge, di delicatissimo snodo di un’intera stagione: perché? La ragione è oltremodo semplice e sta nel fatto che l’Alessandria di Marcolini ha relegato al cassetto dei remoti ricordi quella di Cristian Stellini e Pasquale Sensibile dei primi tre mesi di Campionato ma, proprio perché si è rivelata una formazione diversa, di tutt’altra levatura e di tutt’altre ambizioni, è ora alle prese con la sua prima vera fase involutiva. Ma come, come direbbe qualcuno, siamo alle semi-finali di Coppa Italia, oramai in prossimità della quarta posizione in classifica, e siamo in fase involutiva? Certo, perché a nessuno può sfuggire come l’Alessandria dei primi pareggi dell’era Marcolini, della scialba (a dir poco) semi-finale di andata di Coppa Italia con il Pontedera e della vittoria strappata quasi per miracolo in casa del Prato è una formazione che ha rivelato qualche punto debole di troppo: stiamo parlando di un’Alessandria che è riuscita a portare a casa la vittoria in terra toscana solo grazie alla qualità superiore dei suoi uomini ma che sta segnando il passo dal Che fare dunque? Come reagire a una simile situazione? Qui sta la differenza tra la pancia che si bea di risultati positivi e la testa che invece deve avere la capacità di leggere tra le righe e di capire che cosa c’è che non va. I Grigi sono in un momento di flessione? Bene, devono approfittarne per capitalizzare al meglio tutte le occasioni cercando di fare più punti possibili e di ritrovare quella qualità del gioco indispensabile a poter primeggiare nelle fasi finali della stagione, sia in Campionato che in Coppa. La qualità per farlo non manca.
Silvio Bolloli
