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Siamo sicuri che questo vaccino ci salverà?

Il #granellodisenape di Enzo Governale

Quanti dubbi ha creato questo vaccino. Sui social non si legge altro: favorevoli e sfavorevoli, complottisti, terrapiattisti, governi cospiratori, e chi più ne ha più ne metta. A peggiorare la situazione troviamo anche alcuni professionisti della sanità, (leggi anche la nostra intervista al dottor Bruzzone del servizio vaccinazioni dell’Asl di Alessandria) che “inoculano” nel mondo della comunicazione pareri, non solo discordanti, ma a volte opposti e incomprensibili che alimentano la confusione. Questo mette in difficoltà quelli che, come noi, non sono medici esperti e vorrebbero semplicemente sapere la verità: quali sono i rischi e quali i vantaggi? Perché sulla scelta finale, non ci sono dubbi.

Invece, i dubbi principali su questo vaccino riguardano i tempi di studio e preparazione: sembra che siano necessari almeno due anni per lo sviluppo di un vaccino ma sono passati poco più di 12 mesi dalla comparsa del Covid-19 in Cina. Il secondo dubbio riguarda le modalità di azione sul codice genetico: sembra che agisca in questo modo per poter preparare il corpo all’arrivo del virus.

Poi, questa questione del richiamo fa presagire che probabilmente non sarà un vaccino definitivo, ma che dovremo in qualche modo convivere con il virus. Sono dubbi sacrosanti, per i quali dobbiamo pretendere che le aziende farmaceutiche, i governi e i giornalisti facciano il loro dovere, coinvolgendo la popolazione per dare una risposta, seria e comprensibile.

Ma è ovvio che i danni del Covid non sono solo fisiologici, ci sono una serie di danni ed effetti che per adesso, purtroppo, non consideriamo ancora. Effetti emotivi che derivano dal distanziamento sociale, dalla solitudine; effetti psicologici che hanno colto soprattutto i malati e i sanitari, che hanno visto da vicino cos’è questa malattia; effetti spirituali, perché è davvero difficile dare un “senso” a questa ferita che l’intera umanità, dal singolo alle comunità, ha subìto in modo diverso ma netto e doloroso.

Riusciremo a fare un vaccino anche per questi danni? Pensandoci bene, ne abbiamo già a disposizione uno: l’Amore. Si, lo so, è una risposta banale ma se ci pensiamo il suo funzionamento assomiglia molto al vaccino del Covid. Innanzitutto, per funzionare ha bisogno di un richiamo, anzi, di molti richiami, altrimenti esaurisce il suo effetto. Attacca in maniera sistemica la nostra vita, fino a modificarne il codice genetico, trasformando il nostro agire, il nostro pensare e il nostro vivere. E, come questo vaccino, anche l’Amore non ha un periodo particolare per essere sviluppato, non si può sapere quando arriva, piuttosto bisogna fare il possibile per cercare di essere pronti quando ci passa davanti.

Fatta questa lista di dubbi, restano la gravità e la delicatezza della situazione, per la quale è necessario un vero e proprio atto di fede, inteso come un atto di fiducia nella comunità scientifica. Probabilmente è l’unico modo che abbiamo per proteggere i più deboli in questa situazione. Vaccinarsi e raggiungere l’immunità di gregge è necessario, non solo per proteggere noi stessi, ma anche per proteggere chi non può vaccinarsi perché troppo debole. Ma ricordiamoci che non c’è solo questo vaccino: c’è anche un Vaccino molto più potente, lo possiamo ricevere ogni domenica. L’unico vaccino trasmissibile agli altri, per cui la guarigione di uno è la guarigione degli altri.

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