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Dire cose che sembrano una follia

L’Editoriale di Andrea Antonuccio

Care lettrici, cari lettori,

questo è il penultimo numero di Voce prima dell’estate. Ritorneremo a farvi (anzi, a farci) compagnia giovedì 9 settembre. Apriamo il settimanale con l’intervista a Giampaolo Mortara, direttore della Caritas diocesana, che ci racconta la sua esperienza “sul campo”: un’esperienza che non si esaurisce in cose da fare o persone da aiutare, ma suscita molte domande, su di sé e sugli altri. Professionisti della carità non si nasce, ci spiega Mortara; e, aggiungo io, non si dovrebbe nemmeno diventare. Come ci testimonia Giampaolo, lo scopo della vita è una pienezza: il “fare le cose” è il mezzo che ci consente di cogliere il significato di tutto. L’intervista è bellissima, e la conclusione strepitosa.

Da leggere, insomma, così come il paginone (di quattro pagine) dedicato ai 50 anni della “Maria Nivis” di Torgnon: una storia che dopo mezzo secolo continua a interpellarci, e che vi raccontiamo attraverso immagini e racconti, di ieri e di oggi. Anche qui, tante interviste: è un paginone da incorniciare. Vi lascio con un messaggio che una carissima amica ha mandato a me e ad altri dopo i funerali del padre, celebrati qualche giorno fa: «Volevo ringraziarvi proprio tanto per i canti, la presenza affettuosa e la compagnia. Oggi il funerale di mio papà è stato un momento che ricorderò come un momento bello».

Ecco, qui i casi sono due: o la mia amica è impazzita dal dolore, e dunque straparla (la conosco bene, non credo proprio); oppure Cristo è in mezzo a noi, non solo come “Parola”, e allora anche il funerale del proprio genitore (amatissimo, ve lo posso assicurare) è «un momento bello». È la Fede, una roba dell’altro mondo in questo mondo: un Avvenimento presente, qui e ora (anche al funerale di tuo padre!), che ti “sposta” e ti apre a una speranza certa. Facendoti dire cose che non avresti mai immaginato: cose che danno vera letizia e pace a un cuore addolorato.

 

Andrea Antonuccio
direttore@lavocealessandrina.it

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