“La testa e la pancia” di Silvio Bolloli
È domenica 11 luglio 2021, l’Italia ha appena sconfitto ai calci di rigore i sudditi di Sua Maestà (rappresentata, in Tribuna d’Onore, da Principe William, Duchessa Kate Middleton e piccolo George) quando i cameramen indugiano sull’allenatore italiano Roberto Mancini – un personaggio non particolarmente noto per dar sfogo alle emozioni – che si sta sciogliendo in pianto abbracciando un misterioso uomo con la tuta dell’Italia. Poco dopo i due si separano ed è allora che l’altro protagonista della condivisa emozione di poco prima, rivolgendo ignaro il volto commosso alle telecamere, rivela le fattezze di Gianluca Vialli.
Non sono tifoso sampdoriano ma quell’immagine mi ha spinto ad andare a ricercare tra le foto d’archivio sino a trovarne una – risalente ad almeno trent’anni addietro – che li immortala entrambi, ben più giovani e spensierati, nell’atto di festeggiare un goal con la divisa blucerchiata. Vi si vedono due ragazzi, felici e con le cose migliori tra le mani (in termini di celebrità e successo sportivo). Quei due calciatori oggi sono uomini che hanno conosciuto le difficoltà della vita dovendo riciclarsi una professione (Mancini come Allenatore, Vialli come commentatore televisivo) e che hanno inevitabilmente conosciuto taluni aspetti amari dell’esistenza: Mancini la separazione dalla moglie, Vialli il travaglio della malattia: eppure quell’abbraccio ha superato d’un soffio trent’anni di storia e di vita mostrandoci la forza di un sentimento sincero.
Molti pensano che i calciatori siano giovani viziati, mercenari pronti a vendersi al miglior offerente con pochi principi d’indole morale (proprio perché pieni di quattrini). A me quelle lacrime hanno semplicemente dimostrato che anche dietro la carta patinata di quel mondo, allora come oggi (ne sono sicuro), possono crescere sentimenti autentici e uomini veri.
Leggi anche:
-
-
Grigi campioni d’Europa
-
In attacco o in difesa: Viva l’Italia!
-
“Take a knee”: sì o no?
-
Il sognatore…
-
Scandalizzato dagli scandalizzati
-
La crisi della Juventus
-
La differenza tra noi e loro
-
La forza del riscatto
-
Superlega? No, grazie
-
Il destino è solo nelle nostre mani
-
La differenza tra forma e sostanza
-
La bellezza dell’imponderabile
-