“Cronache dalla galassia” di Enrico Zappa
«Sono stato libero nel paese degli schiavi, sono schiavo nel paese dei liberi» Diderot, scrittore e filosofo tra i massimi esponenti dell’Illuminismo francese, sintetizza così le differenze sociali e politiche tra l’impero zarista della Russia e la monarchia di Francia, paesi in cui soggiornò a lungo e che influirono profondamente sulla sua produzione storico-filosofica.
Attraverso l’enunciato “sono stato libero nel paese degli schiavi“, Diderot lascia intendere come in Russia, dove ancora era in vigore la cosiddetta servitù della gleba e lo stato era governato da Caterina, sovrana illuminista e illuminata, avesse avuto la possibilità di esprimersi liberamente dal punto di vista letterario e filosofico. Invece, con la frase “sono schiavo nel paese dei liberi“, Diderot allude al fatto che il sovrano francese, in quanto conservatore retrivo, non gli permetteva di esprimere e mettere in pratica il suo pensiero, nonostante la Francia apparisse una nazione socialmente più libera di quanto non fosse la Russia.
La libertà non possiede una definizione assoluta, è concetto soggettivo e può dipendere anche da circostanze di fatto. Infatti, la libertà viene spesso intesa a seconda della situazione sociale, politica, economica, oggi anche tecnologica in cui ci si trova. Più nello specifico, per chi vive in un paese democratico dove i bisogni primari sono soddisfatti dallo Stato (scuola, sanità, etc), la libertà può essere intesa come la possibilità di eleggere attraverso il diritto di voto chi possa rappresentare la voce degli elettori; la partecipazione alla vita politica e la libertà di quest’ultima da qualsiasi vincolo è stata però messa in dubbio e limitata in nome del nuovo idolo, la riduzione della spesa statale.
La libertà può d’altronde anche esistere in situazioni di estrema privazione dei propri diritti o delle proprie capacità fisiche, cioè esiste una libertà incomprimibile che è quella religiosa, spirituale o intellettuale. Detto ciò, ho ricominciato a giocare a tennis.