Lettere al direttore
Caro direttore,
a fine luglio, letto su Voce un articolo su Madre Michel, mi balenò l’idea di scriverne uno su Madre Carolina Beltrami, la fondatrice delle Suore Immacolatine, e a ferragosto, seguendo quell’impulso, andai alla S. Messa nel Santuario dell’Immacolata dove, sostando in preghiera dinanzi alla tomba di Madre Carolina, notai un cartello con scritto “offerte per la causa di beatificazione” (causa che può iniziare quando si conosca un evento miracoloso attribuibile all’intervento della defunta). Ricordando di non aver mai letto nulla circa Madre Carolina, ottenni dalle sue suore tre volumi, uno del Canonico Giuseppe Barra, edito nel 1965, uno del Prof. Renato Lanzavecchia del 1986, e uno del mio attuale parroco don Giuseppe Di Luca, del 2008.
Dalla loro lettura la prima sorpresa fu di scoprire che quest’anno ricorre il 90° del suo ritorno alla casa del Padre, avvenuto alle ore 14 del giorno 8 aprile 1932. Mercoledì 24 agosto rimasi impressionato dagli scritti del Barra sui dolori lancinanti al capo che la Madre sopportava nelle sue ultime ore, quasi ad accomunarsi alle sofferenze del suo amato Gesù crocifisso. Il giorno dopo, caso strano, inciampai e caddi su un selciato fratturandomi il naso. Condotto al Pronto soccorso di Alessandria vi rimasi per ben otto ore ricevendo, dopo un’accurata medicazione, tre punti di sutura, le radiografie del naso, col loro controllo, e prenotazione per una visita in otorinolaringoiatria il giorno dopo, che non riscontrò necessità di interventi particolari.
Dopo un’altra a fine mese mi suggerirono di farmi togliere i punti presso il medico di base. Ritengo doveroso ringraziare tutto il personale sanitario dei reparti interessati per la professionalità e cortesia che usano nei confronti di tutti i pazienti, una ventina dei quali giacenti in lettiga in astanteria, fra i quali un vecchietto che rompeva a tratti il silenzio con acuti “oi oi oi”. Cosa strana, l’incidente non mi ha procurato nessuna vera sofferenza fisica. Spero che la mia pratica si risolva al meglio e mi inciti a concludere l’articolo su madre Carolina Beltrami.
Carlo Re